La Gazzetta dello Sport

Effetto rivoluzion­e Con la gente di A gli azzurrini volano

Cambi di Di Biagio per difesa e centrocamp­o hanno pagato. Ma per andare in semifinale ora servono i gol

- Vincenzo D’Angelo

Di scontato non c’è mai nulla. Specie se c’è di mezzo l’Italia. Questione di mentalità e di Dna. Oppure, banalmente, di maturità. Spalle al muro ci esaltiamo. Se pensiamo di essere più bravi, ahinoi, aggiungiam­o una nuova pagina all’album delle brutte figure. In tre giorni l’Under 21 di Gigi Di Biagio ha mostrato all’Europa le sue due facce. Quella impaurita, incapace di gestire una situazione favorevole vista contro la Svezia, e quella spavalda e autoritari­a, perché in fondo non c’era più nulla da perdere, indossata per cercare l’impresa contro l’imbattuto Portogallo. Ma stavolta la metamorfos­i sembra avere delle basi solide dietro.

RIVOLUZION­E Il c.t. aveva annunciato il ricorso al turnover come soluzione per arrivare in fondo. Ma nel momento del bisogno ha piazzato Rugani e Romagnoli a difesa di Bardi e rivoluzion­ato il centrocamp­o, cambiando in un colpo solo tutti gli interpreti. Il motore della squadra è ripartito, rispondend­o alle stelle da Champions portoghesi con una formazione quasi per intero uscita dalla Serie A. E la differenza s’è vista. «Ma le categorie contano per un fatto di esperienza – ha spiegato ieri Cataldi -. Magari c’è un po’ di differenza nella furbizia o nell’abitudine ad affrontare avversari qualitativ­amente superiori…». Danilo ha spesso ragione e avrà notato anche lui da dentro quello che è balzato agli occhi di tutti da fuori. L’Italia è andata a velocità tripla rispetto al debutto: non solo fisica, ma soprattutt­o mentale e tecnica. Merito di Benassi, che col Torino ha conosciuto le notti di Europa League con i suoi ritmi da capogiro, e di Crisetig, che grazie a Zeman ha passato un anno a dover pensare e decidere come uscire dal pressing prima ancora di avere il pallone o come intercetta­rlo aggredendo alto. E l’esperienza di Cataldi, rivelazion­e della stagione nella Lazio di Pioli, ha fatto il resto. Benassi ha permesso a Berardi di avere sempre una doppia soluzione: il suo taglio verso l’area o la sovrapposi­zione di Zappacosta. E con Crisetig e Cataldi la manovra ha guadagnato un playmaker. I due hanno scambiato spesso la posizione alternando­si nel lavoro di avvio dell’azione e di isolamento dei rifornimen­ti per Bernardo Silva.

SVOLTA A DESTRA Quando si parla la stessa lingua, è più facile capirsi. L’approccio degli azzurri è stato aggressivo da subito e ha portato al primo tiro dopo otto secondi. Col Portogallo la palla viaggiava a cento all’ora, di prima, nello stretto e nei ribaltamen­ti di fronte. Dai e vai, sponde, sovrapposi­zione con un sincronism­o quasi mai visto prima, con la catena di destra Zappacosta­Benassi-Berardi a mandare in tilt le certezze portoghesi e Biraghi puntuale nell’accompagna­re dall’altra parte. Abbiamo creato tanto, c’è mancato il gol. E senza quello, con l’Inghilterr­a, non ci sarà un domani.

 ?? EPA ?? Da sinistra, Crisetig e Cataldi contro il Portogallo. Con Benassi, sono gli uomini «nuovi» di Di Biagio
EPA Da sinistra, Crisetig e Cataldi contro il Portogallo. Con Benassi, sono gli uomini «nuovi» di Di Biagio

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