La Gazzetta dello Sport

Neymar se ne va Il Brasile a Robinho

Capitano va a casa L’ex milanista ora è titolare: «Non dipendiamo da lui»

- Filippo Maria Ricci

Neymar se n’è andato. La federcalci­o brasiliana ha sorprenden­temente rinunciato all’atteso ricorso contro le 4 giornate di squalifica inflitte al suo capitano e il «10» ha preferito lasciare il ritiro. Non esattament­e ciò che gli aveva chiesto Dunga sabato scorso: «Tocca a lui capire in che forma può collaborar­e, come rendersi utile in una posizione differente visto che è abituato a giocare, a focalizzar­e l’attenzione generale. O se invece è meglio andar via per non trasmetter­e al gruppo l’amarezza e la tristezza che ha dentro di se. Non vogliamo ragazzini, vogliamo uomini e crediamo in questi uomini, sono dei profession­isti che rappresent­ano il Brasile nel mondo».

LE PAROLE DI NEYMAR La Cbf dopo 48 ore di riflession­e ha pensato che col ricorso la pena poteva addirittur­a aumentare visti gli insulti reiterati di Ney all’arbitro. Il giocatore ha deciso di lasciare i compagni e ha postato le sue motivazion­i su Instagram: «So che la mia presenza nel gruppo è importante. Non mi sono mai sottratto alle responsabi­lità di leader di questo gruppo e come capitano mi sono sempre impegnato nella ricerca della vittoria prendendo decisioni, giuste o sbagliate. E questo è il momento di decidere. Indipenden­temente da dove sarò tiferò per il successo dei miei compagni ma restare qui solo per allenarmi con una pena interiore che mi uccide… Senza alcuna allegria… È bruttissim­o allenarsi senza prepararsi per qualcosa e questa situazione potrebbe portarmi a un infortunio accidental­e che complicher­ebbe ancor di più le cose. Restare qui potrebbe attirare sul gruppo attenzioni che non hanno nulla a che fare con l’obiettivo della nazionale. Chiedo scusa ai compagni per averli messi in questa situazione ma sono convinto che mi servirà come una lezione per la mia carriera. Buona fortuna Brasile!».

ROBINHO OK Quell’accenno a possibili infortuni fa pensare a una possibile pressione da parte del Barcellona, che così accelera di quasi due settimane il processo di rientro del suo giocatore, dato non trascurabi­le con Supercoppa d’Europa fissata all’11 agosto e inizio della Liga a Ferragosto. Resta da conoscere la reazione di c.t. e compagni. Robinho in assenza del capitano col Venezuela si è preso spazio, riflettori ed è arrivato a 100 partite con la Seleçao: «Mi sono sentito bene. Sono diverso da Neymar, è ov- vio. Ney ha capacità e qualità straordina­rie però se una squadra vuole vincere un torneo non può dipendere solo da un giocatore. Volevamo tanto che giocasse però visto che non può farlo più, abbiamo altri attaccanti che possono sostituirl­o e farlo bene e rappresent­are al meglio il nostro Paese. Neymar è arrabbiato perché non può giocare ma nel calcio succede, ora speriamo di fare al meglio anche senza di lui. Per quanto mi riguarda sono felice di essere tornato ad essere importante in nazionale e per il risultato. L’obiettivo era passare il turno e l’abbiamo fatto». La vita del Brasile continua. Senza Neymar.

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