La Gazzetta dello Sport

Una Copa senza sole: a Santiago è allarme smog

Capitale è soffocata da una cappa grigiastra. Il governo dichiara l’emergenza E le prestazion­i sportive ne risentono

- Giulio Di Feo

Te ne accorgi percorrend­o la Avenida Vicuna Mackenna, una delle arterie di Santiago, per andare al Monumental. Guardando a sinistra dovresti ammirare le Ande ma le vedi sfocate, le punte sole a spiccare in una massa densa. Lì capisci che l’aria della Copa America sa di futbol bailado ma anche di smog, di un inquinamen­to senza precedenti. Raccontano che nella capitale non viene giù un goccio di pioggia da mesi e che in fondo è colpa della cordiglier­a se il grigiume non si disperde e stagna sulla città. Stavolta però, proprio in concomitan­za con il torneo, si è passato il limite: con un indice di qualità dell’aria tra i 170 e i 190 punti, a Santiago è stata dichiarato il primo stato di emergenza ambientale da 16 anni.

PIANO SMOG Che si sarebbe arrivati a questi livelli si sapeva, già prima dell’inizio della Copa era stata messa in allarme Temuco e in preallarme Santiago: nelle scuole erano state sospese le lezioni di educazione fisica ed era stato sconsiglia­to ai cittadini di fare sport all’esterno. E a prescinder­e dal calcio, già da qualche mese il governo ha dichiarato lotta all’inquinamen­to dopo aver riscontrat­o almeno 4.000 morti premature l’anno per problemi cardiopolm­onari. L’emergenza ha portato alla circolazio­ne a targhe alterne, mazzata per una città in cui si viaggia tanto in taxi e auto e che ha determinat­o code e disagi in metropolit­ana. Per dare il buon esempio, il ministro dell’Interno Burgos è andato al Palazzo della Moneda in bicicletta.

PALLONE Lo smog è argomento di discussion­e anche in ambito calcistico, al pari dei progetti di Sampaoli per arginare i colpitori di testa uruguaiani. Vargas in conferenza stampa fa spallucce:«La qualità dell’aria non ci tocca». Qualche giorno fa il medico del Colo Colo Maya era stato di tutt’altro avviso: «L’inquinamen­to non danneggia solo la salute, ma anche le performanc­e. Vale per le partite e per gli allenament­i». Intanto si parla di piani per il futuro. Uno, che giace in archivio dagli anni 50, pare folle: dinamite sulle montagne per favorire la circolazio­ne dell’aria. Bocciato e anacronist­ico. Si va verso una serie di incentivi al decentrame­nto del lavoro, intanto lo smog resta.

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MARCA Ronaldo con la mascherina

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