La Gazzetta dello Sport

Fuoco DAI BABY, STREGA LA ROSSA!

HA LA PATENTE MA NON L’AUTO NIENTE RAGAZZA MA TANTI FAN CHE HANNO PERCORSO 1.500 KM PER VEDERLO DEBUTTARE AL VOLANTE DELLA

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Troppofaci­le giocare con il cognome, per inventare slogan sempre più divertenti e accattivan­ti. «Diamo Fuoco alla Formula 1», «Abbiamo Fuoco nelle vene», e così via. A questo ci pensano ogni giorno i tifosi sempre più numerosi del fan club. Quelli che si sono fatti quasi 1.500 chilometri per venire a vederlo nel giorno più importante della sua vita: da Cariati, 8.600 anime in provincia di Cosenza, sulla costa jonica della Calabria, a Zeltweg, in Stiria, Austria. Antonio Fuoco cerca di tenere un profilo molto più basso, anche se ovviamente non può che fargli piacere tutto questo entusiasmo. Sul suo sito, il motto che campeggia sotto al nome è «Il traguardo è solo l’inizio». Rispecchia pienamente la sua filosofia di vita, la voglia di migliorars­i sempre, di non sentirsi mai arrivato. «Un errore gravissimo: fin da piccolo gli abbiamo insegna- Debutta a 5 anni nei kart. Nel 2012 è 3o nella Wsk Euro Series e 4o nell’Europeo Cik-Fia.

Vince la F. Renault 2.0 Alps con la Prema. Entra nella FDA. Nel 2014 vince due gare nell’Euro F.3 (5o in campionato). Quest’anno è in GP3 con Carlin. Dall’alto: Antonio Fuoco (terzo da

sinistra) tra mamma Elena, il fratello maggiore Leonardo e papà Gabriele; gli striscioni dei sostenitor­i a Zeltweg; l’ingresso del Fan

Club di Cariati

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