KONDO SHOW
Folla di tifosi per Kondogbia che ripaga con una danza festosa. Thohir: «Comincia un nuovo ciclo» Melo supera Motta, poi Salah, Perisic e Montoya
Ronaldo Luiz Nazàrio de Lima sbarcò a Milano la mattina del 25 luglio ‘97. Aveva un orecchino al lobo sinistro, vestiva una camicia a scacchi bianchi e grigi. Susana Werner, la sua compagna, notò la megascritta «Armani» sull’hangar di Linate.
«Kondogbia è un Touré molto più giovane. E può diventare anche molto più forte. Geoffrey sarà l’architrave di un progetto giovane e forte. Gli do il benvenuto. Vedere l’entusiasmo dei tifosi è stato bellissimo. Vogliamo creare una grande Inter. Ora però tocca ai giocatori portare i risultati». A un’ora folle per il fuso indonesiano Erick Thohir responsabilizza il gruppo ma soprattutto lascia trasparire la gioia per l’arrivo di un pezzo da novanta come il francese ex Monaco.
TRASFORMAZIONE E Kondogbia ieri è sbarcato a Milano per una full immersion degna del suo nuovo presidente. Dodici ore giuste sono passate dalla partenza all’alba in auto da Monaco all’ultimo saluto ai tifosi in piazza Repubblica, prima di tornare nel Principato per iniziare le ferie. Conoscerà i compagni direttamente a Brunico. Un Kondogbia che ieri ha stupito chi lo ha seguito sin dal mattino. A livello di comportamento, si è infatti rivelato duttile anche più di quanto Mancini si augura risulti a livello tattico. Geoffrey prima e dopo i due blocchi di visite mediche (dalle 9.20 all’Humanitas, poi al Coni per l’idoneità sportiva) è parso molto sulle sue, firmando sì qualche autografo ma rifiutandosi di dire anche una sola frase. Certo, l’ordine gli arrivava dall’alto, però anche solo un banale «sono felice di essere all’Inter» ci stava. «E’ timido» ha spiegato un uomo del suo entourage. Ma allora quello Cresciuto nelle giovanili di tre squadre (Nandy, Sénart-Moissy e Lens), Geoffrey Kondogbia debutta in Ligue 1 proprio con il Lens nel novembre 2010.
SIVIGLIA Due annate (la prima con la seconda squadra) e Kondogbia cambia: nel 2012 va al Siviglia per 4 milioni di euro.
MONACO Nell’agosto 2013 passa al Monaco che versa al Siviglia la clausola rescissoria di 20 milioni di euro. Nella Francia ha già disputato tre gare che qualche ora dopo ballava come un ossesso al coro di «chi non salta milanista è» doveva essere il fratello Evans, che lo ha accompagnato passo passo.
ENTUSIASMO E SFOTTÒ Geoffrey sembrava un bambino a Gardaland. Trasformato ben oltre il taglio di capelli che non si sa come è riuscito a infilare tra la prova abiti, il pranzo in via Durini - appartati al piano interrato, i fratelli si sono spartiti una pizza e spaghetti allo scoglio - e l’incontro in hotel con il d.g. Marco Fassone e Dejan Stankovic, all’esordio nei panni di club manager. In strada intanto si radunavano i tifosi che - a 5 anni e un mese esatti dall’apoteosi di Madrid - tornano a sognare attraverso gli occhi di questo ragazzone. Cori per tutti, anche per Salah. Meno osanna per Melo, colpe-
vole di essere un ex juventino, e soprattutto per i milanisti. Insulti al «traditore» Mihajlovic, a Pablo Dana, e sfottò alla dirigenza. Tra i più gettonati, «Galliani portaci a cena» e «Galliani compraci tutti». Ma pure un «che ci frega di Pogba, noi abbiamo Kondogbia». E il 22enne di Nemours ha cavalcato l’onda, regalato qualche minuto di pura gioia e poi lanciato alla folla una maglia autografata numero 7. Questo il numero scelto, visto che il «suo» 22 è già di Dodò. La 7 invece era libera da gennaio, dopo il divorzio con Daniel Pablo Osvaldo.
SOGNO ED EFFETTO MANCINI
«Far parte di questa grande squadra è un sogno che si avvera - le prime parole di Kondogbia affidate a Inter Channel -. Starò qui il più a lungo possibile. Da bambino guardavo le partite in tv, oggi entro in questo grande club. Farò il massimo. Ho subito avvertito l’entusiasmo dei tifosi, li aspetto tutti a San Siro. Insieme faremo grandi cose » . Chiusura per Mancini: «Ho parlato con lui qualche giorno fa. Il suo discorso mi ha convinto e penso che non si possa dire di no a una squadra come l’Inter». Il tecnico per contro si aspetta altri colpi ma è convinto che Kondogbia - cui ieri via twitter ha dato il benvenuto anche il capitano Ranocchia - possa davvero essere la chiave della sua nuova creatura. E sul francese ha «martellato» la dirigenza come solo lui sa fare dal giorno in cui ha capito che il sogno Touré sarebbe rimasto tale.
LE VERE CIFRE Con la chiusura della complicata trattativa, al termine di un weekend di fuo- co a Montecarlo, emergono anche le vere cifre di un’operazione che rimane molto onerosa , ma un po’ meno di quanto si pensasse. Forte da qualche tempo dell’ok del giocatore, l’Inter infatti nella giornata di domenica è riuscita a limare 5 milioni sul costo del cartellino: da 35 a 30. Cui vanno aggiunti dei bonus che al massimo - quindi in caso di scudetto - potranno raggiungere i 5 milioni. Incentivi previsti anche nell’accordo con il giocatore, che prevede un ingaggio a 4 milioni più bonus fino al 2020. Il tentativo del Milan comunque un effetto l’ha sortito: indurre il Monaco a pretendere la cessione definitiva e non il prestito con obbligo di riscatto che (forse) avrebbe permesso di arrivare anche a Imbula. Gli interisti se ne faranno una ragione.