La Gazzetta dello Sport

Fuoco, scintille con la Ferrari Spinge forte ma dopo sbatte

Calabrese di 19 anni per gli inglesi è già Tony Fire. Gira senza paura malgrado la pioggia: «Un sogno che vorrei ripetere»

- Mauro Casadio

Un debutto così in un test ufficiale sulla Ferrari, Antonio Fuoco non se lo sarebbe mai immaginato. Nel bene e nel male. Una maratona fatta di sensazioni talmente contrastan­ti, che nemmeno il più bravo degli psicoanali­sti riuscirebb­e a spiegare. Il primo giro anticipand­o tutti, la pioggia, l’attesa, il crescendo di prestazion­i, l’incidente. Il 19enne calabrese non si è fatto mancare nulla. E ha dimostrato di essere un pilota vero, veloce, che non ha paura di niente. Neanche di spingere al limite una macchina da 900 cavalli che fino a qualche giorno prima era stata nelle mani di due campioni del mondo. ERRORE «Questo test è un sogno che si è realizzato, e vorrei ripeterlo — ha commentato Fuoco, autore di 71 giri —. L’incidente alla curva 1? Un mio errore, ho toccato il cordolo, la macchina mi è partita e non sono riuscito a riprenderl­a, sono un po’ arrabbiato con me stesso. Forse ho avuto troppa confidenza, in quel momento stavo provando a spingere sempre di più e quando spingi c’è il rischio di sbagliare. Mi servirà come esperienza per la prossima volta». Fuoco, sceso in pista con il numero 29 («Ma non l’ho scelto io…»), si è subito sentito a suo agio sulla SF15-T, nonostante stesse guidando su uno dei circuiti più difficili del Mondiale: «La cosa più complicata è stata affrontare queste condizioni meteo. La F.1 è molto diversa dalla GP3, più comandi, più cose da fare, più velocità. Ma alla fine ti adatti». BAGNATO La giornata del pilota di Cariati non inizia nel modo migliore. La pioggia sul circuito di Zeltweg costringe i piloti a una mattinata piatta. Antonio ci prova, esce per primo una manciata di minuti dopo le 9 (con le gomme da bagnato estremo), fa il giro d’installazi­one ma deve rientrare subito ai box perché la pista è impraticab­ile. Infatti dopo poco viene esposta la bandiera rossa, che va avanti fino alle 14. Per i tifosi che si sono fatti 1.500 km, da Cariati a Zeltweg, sembra una beffa. Antonio invece la prende bene: «È stata un’emozione incredibil­e lo stesso». Non sapendo che il bello (ma anche il brutto dell’incidente) deve ancora venire. CHE RITMO Il cielo austriaco finalmente si apre un po’ e si può ricomincia­re. Antonio non vede l’ora di rimettersi al volante della SF15-T di Vettel e Raikkonen. «Tony Fire», come è già stato ribattezza­to dagli inglesi, assistito da Giuliano Salvi, veicolista di Kimi, esce nuovamente dal box alle 14.06, sempre con gomme da bagnato estremo. Stavolta fa 16 giri di fila, con la soddisfazi­one di essere per qualche minuto il più veloce (1’34”021). Il secondo stint è ancora più consistent­e: 27 giri e miglior tempo in 1’18”827, con le intermedie. Sorprende la facilità con la quale Fuoco riesca a domare i 900 cavalli della SF15-T, lui che fino a qualche

PILOTA FERRARI ACADEMY giorno prima era abituato ai 400 della GP3. «Gli ho dato qualche consiglio, visto che ci avevo girato a Montmelò», racconta Lello Marciello, suo compagno nella Ferrari Driver Academy. FULMINE E BOTTO Finalmente, poco prima delle 16, la pista si asciuga e Antonio può montare le slick: con le soft (e una configuraz­ione aerodinami­ca piuttosto carica) fa 10 giri consecutiv­i (1’14”740). Ormai è scatenato: al quarto stint è 2° con le soft (1’11”331) dietro il rivale in GP3 Esteban Ocon, quando, alle 17.14, esce di pista alla prima curva (dove in precedenza aveva fatto un lungo). L’impatto laterale con le barriere fa sollevare la monoposto: bandiera rossa. Fuoco esce con le sue gambe e torna al box. La SF15-T, danneggiat­a nell’anteriore e nella fiancata destra, viene caricata sul carro attrezzi e riportata nel garage: oggi il telaio sarà sostituito per permettere a Esteban Gutierrez di girare. Per Fuoco è la fine della giornata. Ma forse l’inizio di una splendida avventura.

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