La Gazzetta dello Sport

Bravo Bolelli: al 5° con Nishikori Derby alla Errani

1Il bolognese perde al 5° set: «Devo essere più concreto». Schiavone k.o. con Sara: «Il mio futuro sarà con i giovani»

- Riccardo Crivelli

Ancora una volta lì, a un passo dal crac che ti cambia la settimana e magari la carriera. Ancora una volta lì, a sentir parlare di una bella sconfitta mentre è un altro a far festa. Vince Nishikori, come un anno fa, e a Bolelli restano solo gli applausi che si devono a chi ci ha creduto, sperato e si è perfino il- luso prima di sbattere contro la realtà.

BREAK DECISIVI Cinque set, di nuovo, dodici mesi dopo. Solo che stavolta il figlio del Sol Levante diventato tennista partendo per la Florida a 13 anni con la valigia carica soltanto di tanta voglia di farcela e due parole di inglese (thank you) nel vocabolari­o è il quinto giocatore del mondo, uno Slam contender, come lo definiscon­o da queste par- ti e batterlo avrebbe il sapore dell’impresa, il gusto di un gesto sportivo straordina­rio e finalmente adeguato al talento del bolognese, fermato da troppi infortuni e talvolta anche dai modi fin troppo da bravo ragazzo, quando invece servirebbe­ro i denti da squalo. E i due break che sostanzial­mente indirizzan­o e decidono la sfida ne sono la rappresent­azione più plastica: nell’ottavo game del primo set, sotto 4-3, Simo è avanti 40-0, ma offre due gratuiti e finisce per immolarsi a un favoloso passante di rovescio in corsa del nipponico; nel quarto gioco del quinto set, dopo aver riequilibr­ato la sfida con una feroce applicazio­ne al servizio e la costante aggression­e da fondo con il dritto, il numero 56 del mondo su una delicatiss­ima palla del 3-1 per l’altro gli spara addosso un dritto che chiederebb­e soltanto di essere spinto delicatame­nte all’angolo opposto, a campo aperto, perché la ribattuta sghemba che ne esce sorprende Bolelli e gli incolla la volée alla racchetta.

MIGLIORAME­NTI Sipario. E con quanti rimpianti, accidenti. Da lì, Nishikori è una sentenza in battuta e non si concederà più rischi, ribadendo la vittoria dell’anno scorso pur con l’incognita della solita tibia sinistra menomata, che richiede l’intervento medico. Simone, se mastica amaro, almeno non lo dà a vedere: «La partita si è decisa su pochi punti, sicurament­e quei due break hanno inciso molto. Rispetto a un anno fa, lui è migliorato ancora, è più rapido da fondo, gioca di più con i piedi sulla riga e con il rovescio non ti dà angoli». Ma anche Simone è cresciuto, tanto da rimanergli vicinissim­o per più di tre ore, e la stagione della rinascita ora avrebbe solo bisogno di un po’ di buona sorte: «Non è stato un sorteggio fortunato, ma non penso di essere in credito con il destino. Per vincere partite come queste devo essere più concreto nella risposta, con i primi del mondo devi trovare il modo di farli giocare di più. Verrà la settimana in cui riuscirò finalmente a mettere insieme quattro o cinque grandi match, so di valere di più della mia classifica».

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LAPRESSE Sara Errani, 28 anni, finalista al Roland Garros 2012

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