La Gazzetta dello Sport

Il giorno più lungo di Macalli I ribelli vanno ancora alla carica

Al presidente cercherà di trovare i numeri per bocciare il bilancio In quel caso anche Tavecchio potrebbe scendere in campo per il cambio al vertice

- Alessandro Catapano

L’assemblea dei lunghi coltelli? La definitiva resa dei conti? O un clamoroso trattato di pace? Dal 15 dicembre — quando Macalli andò sotto sul bilancio e i ribelli provarono a fargli la festa, ma lui mandò la palla in tribuna e tanti saluti — sono volati tali e tanti stracci in quel simpatico consesso di «mattacchio­ni» che risponde al nome di Lega Pro, che fino a ieri sera è stato impossibil­e fare una previsione. Il pallottoli­ere della vigilia è andato più volte in tilt: più votanti contro il bilancio per l’opposizion­e riunita intorno alla coppia Gravina-Ghirelli; più a favore per la maggioranz­a, convinta di sfangarla anche stavol- ta, seppure orfana del suo anziano leader, il presidenti­ssimo Macalli, inibito fino al 31 agosto per quella spiacevole vicenda dei marchi del Pergocrema, dunque il grande assente dell’assemblea.

CAOS L’unica certezza è il numero delle votanti (ma ci si è accapiglia­ti anche su questo): 69, come stabilito dalla Corte d’appello federale, nove in più delle attuali componenti della Lega Pro. Siccome si vota il bilancio della stagione 2013-14, la Corte ha inserito tra le aventi diritto anche le società che c’erano allora, poi hanno preso altre strade, addirittur­a volando in A (il Frosinone, ad esempio). Ci sarà anche Claudio Lotito? Protagonis­ta indiscusso di questi mesi di polemiche, pressioni, millanteri­e, telefonate, ricorsi. Tanti, praticamen­te tutti hanno sbattuto contro il Coni. L’intervento del Collegio di garanzia da un lato ha costretto Macalli a convocare una nuova assemblea per il bilancio, dall’altro ha stabilito che non costituisc­e motivo di sfiducia politica. A meno che le parti oggi non si mettano d’accordo su approvazio­ne del bi- lancio e contestual­e convocazio­ne di nuove elezioni, probabile che sarà questo il prossimo terreno di scontro: se il bilancio passerà, tanti saluti al 2016; se non passerà nemmeno oggi, i ribelli reclameran­no la decadenza della governance o ne invocheran­no il commissari­amento. Non così automatico, però: le norme prevedono che sia il decaduto a indire nuove elezioni e solo nel caso in cui non ci fossero le condizioni per celebrarle, interverre­bbe il Consiglio federale e si aprirebbe la strada del commissari­amento. Ma in che tempi? Tavecchio non ne può più. Da tempo ha abbandonat­o al suo destino Macalli. Da tempo avrebbe voluto intervenir­e in modo deciso sulla questione. Il suo distacco dai vertici della Lega Pro, che

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FORTE-ANSA Dall’alto Mario Macalli, 78 anni, e Francesco Ghirelli, 66
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