Il giorno più lungo di Macalli I ribelli vanno ancora alla carica
Al presidente cercherà di trovare i numeri per bocciare il bilancio In quel caso anche Tavecchio potrebbe scendere in campo per il cambio al vertice
L’assemblea dei lunghi coltelli? La definitiva resa dei conti? O un clamoroso trattato di pace? Dal 15 dicembre — quando Macalli andò sotto sul bilancio e i ribelli provarono a fargli la festa, ma lui mandò la palla in tribuna e tanti saluti — sono volati tali e tanti stracci in quel simpatico consesso di «mattacchioni» che risponde al nome di Lega Pro, che fino a ieri sera è stato impossibile fare una previsione. Il pallottoliere della vigilia è andato più volte in tilt: più votanti contro il bilancio per l’opposizione riunita intorno alla coppia Gravina-Ghirelli; più a favore per la maggioranza, convinta di sfangarla anche stavol- ta, seppure orfana del suo anziano leader, il presidentissimo Macalli, inibito fino al 31 agosto per quella spiacevole vicenda dei marchi del Pergocrema, dunque il grande assente dell’assemblea.
CAOS L’unica certezza è il numero delle votanti (ma ci si è accapigliati anche su questo): 69, come stabilito dalla Corte d’appello federale, nove in più delle attuali componenti della Lega Pro. Siccome si vota il bilancio della stagione 2013-14, la Corte ha inserito tra le aventi diritto anche le società che c’erano allora, poi hanno preso altre strade, addirittura volando in A (il Frosinone, ad esempio). Ci sarà anche Claudio Lotito? Protagonista indiscusso di questi mesi di polemiche, pressioni, millanterie, telefonate, ricorsi. Tanti, praticamente tutti hanno sbattuto contro il Coni. L’intervento del Collegio di garanzia da un lato ha costretto Macalli a convocare una nuova assemblea per il bilancio, dall’altro ha stabilito che non costituisce motivo di sfiducia politica. A meno che le parti oggi non si mettano d’accordo su approvazione del bi- lancio e contestuale convocazione di nuove elezioni, probabile che sarà questo il prossimo terreno di scontro: se il bilancio passerà, tanti saluti al 2016; se non passerà nemmeno oggi, i ribelli reclameranno la decadenza della governance o ne invocheranno il commissariamento. Non così automatico, però: le norme prevedono che sia il decaduto a indire nuove elezioni e solo nel caso in cui non ci fossero le condizioni per celebrarle, interverrebbe il Consiglio federale e si aprirebbe la strada del commissariamento. Ma in che tempi? Tavecchio non ne può più. Da tempo ha abbandonato al suo destino Macalli. Da tempo avrebbe voluto intervenire in modo deciso sulla questione. Il suo distacco dai vertici della Lega Pro, che