La Gazzetta dello Sport

Brasile, c’è il vuoto oltre le macerie

Ancora sotto shock per i verdeoro. Al rientro, fischi per tutti meno David Luiz. Luci per il futuro? Poche

- Stefano Cantalupi

«Devo rivedere il mio modo di saltare». Se a dirlo fossero Wallace, Wendell o qualche altro ragazzino delle Under sarebbe anche accettabil­e, ma queste sono parole di Thiago Silva. E simboleggi­ano le certezze minate della Seleçao. Fallo di mano da rigore in Psg-Chelsea, bis in Copa America nel disgraziat­o quarto di finale col Paraguay. Con fischi al ritorno nell’aeroporto di Guarulhos, San Paolo, per Thiago come quasi tutti i verdeoro, con la bizzarra eccezione di David Luiz. La peggio l’hanno avuta il c.t. Dunga («vattene») e Firmino, il carissimo neoacquist­o del Liverpool («sei un mercenario»). Facciano gli scongiuri gli interisti, ma la in- dossata a Concepción da Miranda sembra maledetta: di Thiago Silva che la sfoggiava nell’era pre-Dunga si è detto, Neymar non ne ha retto l’impatto emotivo. Dopo il Mineirazo in sua assenza, O Ney deve aver pensato che fosse necessario caricarsi tutto il Brasile sulle spalle, ma il vestito da vendicator­e non gli dona.

ROMARIO E FELIPE Proprio sulla maxi-squalifica a Neymar è intervenut­o in tackle un ex bomber, oggi deputato. «Dimostra che la nostra federcalci­o, corrotta e incapace, a livello internazio­nale non conta nulla», ha affondato Romario, che vuole le dimissioni di Del Nero, presidente CBF. E ancora: «Una volta il Brasile avrebbe potuto schierare due nazionali competitiv­e, ora fatica a metterne in piedi una decente». Neymar e Romario sono esempi del fuoriclass­e ortodosso: come Ronaldo e Rivaldo, si formano in patria, decollano al Barça e si abituano a dominare i palcosceni­ci più prestigios­i. Ora, invece, vestono la giocatori che battono le nuove vie del denaro e vanno in Cina (Tardelli) o negli Emirati (Everton Ribeiro) men che trentenni. Ritorno al jogo Servono anni, mentre in ottobre cominciano le qualificaz­ioni al Mondiale e il Brasile non spaventa più nemmeno Venezuela o Bolivia. Da dove ripartire, allora? Dagli assenti Oscar, Luiz Gustavo e Danilo? O dalla lista degli esclusi eccellenti (Ramires, Paulinho, Lucas Moura, Hulk, Luiz Adriano)? A livello giovanile c’è poco di pronto: forse Lucas Silva e Rafinha, che hanno già assaporato Real Madrid e Barça. Più probabile che sia giunta l’ora di Felipe Anderson, se in Champions farà l’ultimo salto. La ci spera, perché qui, dopo il Mineirazo e il Concepcion­azo, rischia di essere ribattezza­to con la desinenza «azo» ogni stadio in cui il Brasile dà un calcio alla sua storia.

 ?? REUTERS ?? David Luiz, 28 anni, si trattiene con alcuni tifosi all’aeroporto di San Paolo al ritorno dal Cile
REUTERS David Luiz, 28 anni, si trattiene con alcuni tifosi all’aeroporto di San Paolo al ritorno dal Cile

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy