La Gazzetta dello Sport

L’Europeo sa di Mondiale con finaliste multietnic­he

Praga ultimo atto del biennio Under 21: in Svezia e Portogallo c’è un po’ di Angola, Palestina, Ghana, Francia, Inghilterr­a e Italia...

- Luca Bianchin

La finale del Mondiale Under 21 inizia stasera alle 20.45. Giocano Svezia e Portogallo ma è come se fossero in campo Angola, Palestina, Ghana, Francia, Inghilterr­a, Croazia e – minima botta di orgoglio – Italia. L’Europa fuori dall’Europa. Il calcio è sempre più un gioco senza frontiere e i cognomi aiutano a capire. La Svezia mette in lista Quaison, che ha un genitore ghanese, Hrgota, cercato anche dalla nazionale croata, e Guidetti, mezzo italiano. Il Portogallo può costruire un’azione sull’asse Raphael Guerreiro- William Carvalho. Uno è così francese che lo scorso anno, in ritiro, fati-

gol subito dal Portogallo in questa fase finale dell’Europeo: quello di Tibbling proprio contro la Svezia che ha condannato l’Italia all’eliminazio­ne

cava a parlare portoghese. L’altro è nato in Africa e viene da una famiglia di calciatori. Il nonno e lo zio hanno giocato a calcio, certo non per il Portogallo: angolani.

POLO NORD E POLO SUD Le scuole di calcio però per fortuna mantengono una identità. Puoi trapiantar­e il calcio olandese in Catalogna ma alcune certezze resistono: i portoghesi saranno sempre dei benedetti palleggiat­ori e gli svedesi continuera­nno a lanciare per due attaccanti alti e grossi. Le finaliste dell’Europeo Under 21 sono così. Il Portogallo è stata nettamente la migliore squadra: è arrivata in Repubblica Ceca con 10 vittorie in 10 partite e non ha mai perso. Wiliam Carvalho e Bernardo Silva sono il Polo Nord e il Polo Sud della squadra: uno distrugge davanti alla difesa, l’altro inventa gioco dall’altra parte. Se si votasse ora per il miglior giocatore del torneo, finirebber­o primo e secondo. In quale ordine, dipende dai gusti. Il controllo del gioco invece non è in discussion­e: i portoghesi tengono palla per il 60% del tempo e la spostano con una certa maestria. In quattro partite, solo l’Italia li ha messi davvero in difficoltà, mentre la Germania non ci ha neanche provato: dopo 46’ della semifinale, perdeva 4-0. La concretezz­a, trattandos­i di calcio portoghese, è l’unico aspetto sempre in discussion­e. Per questo Guidetti ha una chance.

L’ULTIMA VITA La Svezia è la classica squadra da amare e odiare nello spazio di 10 secondi. Raramente gioca un tempo spettacola­re ma un appassiona­to del gioco non può evitare di commuovers­i per il suo spirito di gruppo. I gialli sono la storia dell’Europeo come i loro tifosi, l’unica vera curva del torneo. A settembre hanno superato il girone con un gol di Hiljemark al 92’ e al playoff hanno fatto saltare la Francia, la più forte d’Europa, con un destro di Lewicki al minuto 88. In Repubblica Ceca hanno battuto l’Italia con il rigore di Thelin a quattro dalla fine e raggiunto il Portogallo a 60 secondi dal recupero. Hanno sempre una vita di scorta.

SPORTING PORTUGAL L’ultimo miracolo è in programma questa sera, contro mezzo Sporting Lisbona. Cinque titolari del Portogallo hanno vissuto anni decisivi in biancoverd­e e il dettaglio non è di poco conto: siamo a livelli di eccellenza assoluti. Forse siamo al sorpasso su altre grandi scuole europee. La certezza, invece, è che questi saranno gli ultimi 90’ di una stagione infinita. Oggi, per paradosso, iniziano anche i preliminar­i della Champions 2016. La giostra gira così veloce che non si ferma mai.

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REUTERS L’«italiano» Guidetti (Svezia) e l’angolano William Carvalho (Portogallo)
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