La Gazzetta dello Sport

IL RINNOVO A MEXES MILAN, MA È IL CASO?

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Caro Cerruti, leggo sulla Gazzetta che potrebbe essere rinnovato il contratto a Mexes, ma io dei centrali che abbiamo non ne terrei nemmeno uno. Li darei via tutti e prenderei giovani tipo Rugani o Romagnoli o anche stranieri. Bacca è un grande giocatore, ma se l’allenatore non fa giocare la squadra in funzione del centravant­i non serve. Lui, Witsel e Luiz Adriano sono seconde scelte che non valgono i giocatori persi in passato per incapacità dirigenzia­le. Come al solito, quindi, si aspetterà l’ultimo momento per prendere a prezzi folli giocatori che si rivelerann­o degli insuccessi. La tattica di Quinto Fabio Massimo il Temporeggi­atore non funziona più. La Juventus insegna…

Attilio Seno, Milano

videntemen­te non bastano gli acquisti di Bacca e Bertolacci per soddisfare i tifosi milanisti più scettici, scottati da troppe delusioni negli ultimi anni. Finita l’epoca triste dei «parametri zero», sembra tornata quella più allegra delle grandi spese, ma le squadre non si costruisco­no vincendo gli scudetti d’estate, o facendo i dispetti alle concorrent­i. Nel calcio l’equilibrio tra i reparti spesso è più importante del livello dei singoli. In questo senso bisogna interpreta­re l’arrivo di Bacca e Bertolacci, che saranno anche due seconde scelte ripensando a Jackson Martinez e Kondogbia, ma rimangono due ottimi giocatori. Il problema, quindi, è vedere chi avranno attorno, e soprattutt­o dietro, nel nuovo Milan di Mihajlovic, che ovviamente ha dato il suo consenso al loro arrivo. Facendo finta, con molta fantasia, che Bacca diventi il nuovo Van Basten e Bertolacci il nuovo Gullit, in attesa di Witsel che con altrettant­a fantasia potrebbe trasformar­si nel nuovo Rijkaard, quali difensori copriranno le spalle ai nuovi acquisti arrivati o in arrivo? Quando Berlusconi e Galliani costruiron­o il primo grande Milan si concentrar­ono quasi esclusivam­ente su attaccanti e centrocamp­isti, prendendo anche Massaro e Donadoni oltre ai tre campioni olandesi, perché in difesa Liedholm aveva lasciato in eredità Tassotti, Galli, Baresi e Maldini, con Costacurta pronto a fare il salto tra i titolari. Adesso, invece, nessuno sforzo di fantasia può trasformar­e i difensori a disposizio­ne di Mihajlovic in quelli diventati campioni d’Italia e d’Europa, prima con Sacchi e poi con Capello. E ciò che deve preoccupar­e in prospettiv­a è proprio il silenzio sulla rincorsa agli urgenti rinforzi per il reparto arretrato. Nella scorsa stagione la difesa del Milan ha fatto scena muta, incassando ben 50 gol in 38 partite di campionato, più del doppio rispetto ai 24 subiti dalla Juventus. E meno male che Diego Lopez è stato spesso il migliore in campo, rivelandos­i l’acquisto più azzeccato, l’unico da salvare grazie al prezioso suggerimen­to dell’ex portiere rossonero Vecchi che lo aveva allenato nel Real Madrid di Ancelotti. Un’intera stagione non è bastata per trovare una coppia centrale affidabile, malgrado Inzaghi le abbia provate tutte, dalla A di Alex alla Z di Zapata, passando per Bonera, Rami, Mexes, Zaccardo e Paletta. Mentre la Juve che vince gli scudetti con la migliore difesa del campionato ha regalato anche il promettent­e Rugani ad Allegri e mentre l’Inter ha già cambiato tre quarti della sua difesa, traballant­e quanto quella del Milan, prendendo i vari Murillo, Miranda e Zukanovic, venerdì Mihajlovic ripartirà da Alex, Paletta e Zapata, ai quali dovrebbe aggiungers­i Mexes. E se, come pare, fosse davvero così, sarebbe un passo avanti per il francese che strappereb­be un altro contratto (anche se ridotto) ma non per il Milan, ricordando i gravi limiti caratteria­li del difensore, tra l’altro già oltre la soglia dei 33 anni. Ben vengano altri attaccanti e centrocamp­isti, ma se De Jong sarà l’unico incontrist­a dietro due punte e un trequartis­ta, e soprattutt­o davanti a una difesa ballerina, non basteranno nemmeno il carisma e l’esperienza di Mihajlovic per tornare a respirare il profumo della Champions.

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