Ducati, e il podio? «Niente panico, siamo giovani»
Ciabatti dopo 2 GP sotto tono: «La moto ha solo 4 mesi, sarebbe troppo bello essere già vincenti»
Alla presentazione di febbraio, l’ingegnere Gigi Dall’Igna era stato chiaro: «L’obiettivo è vincere un GP». Sembrava un’esagerazione, ma dopo la prima gara — Andrea Dovizioso in pole position e secondo al traguardo a 0”174 da Rossi, Andrea Iannone terzo a 2”250 — pareva perfino un risultato riduttivo, con la GP15 competitiva oltre ogni aspettativa. Si è andati avanti così fino al Mugello, con prestazioni in linea rispetto a quelle della Yamaha e addirittura superiori a quelle della Honda. La conseguenza sono stati risultati da sogno, con Dovizioso tre volte secondo nei primi tre GP e con tre Ducati nelle prime due file al GP d’Italia: Iannone in pole, Dovizioso terzo, il collaudatore Michele Pirro sesto. «Diciamo che stiamo facendo più velocemente quello che ci eravamo proposti: dare ai nostri piloti una Ducati da podio. Ci manca solo qualcosa per giocarci la vittoria fino all’ultima curva: possiamo considerarci degli outsider di lusso», aveva detto soddisfatto l’amministratore delegato Claudio Domenicali dopo il secondo posto di Iannone dietro a Lorenzo.
DIFFICOLTÀ Poi, però, sono iniziati i problemi e sia a Montmelò sia ad Assen i piloti Ducati hanno faticato oltre ogni aspettativa, con Iannone quarto in entrambe le occasioni, ma piuttosto staccato dal primo: 24”925 nel GP di Catalunya, 19”109 in Olanda. Risultati allarmanti, ma i piloti continuano a professare ottimismo. «Resto fermamente convinto che la GP15 sia una moto competitiva e con un grande potenziale. Ci sono inevitabili problemi di gioventù, dobbiamo solo avere pazienza», è l’analisi di Iannone, ancora terzo nel Mondiale. «Se ripercorriamo il campionato, sembra che i nostri rivali abbiano migliorato più di noi nelle prime otto gare, ma la nostra situazione non è preoccupante, ci possono stare degli alti e bassi», ribadisce Dovizioso. Il forlivese non sembra nemmeno troppo turbato dai problemi tecnici: dopo il guaio nei primi giri a Jerez al controllo di trazione e la rottura della corona al Mugello, ad Assen è stato rallentato da un anomalo inconveniente alla parte posteriore della moto, con ripercussioni sulla guida. «Non siamo fragili, può capitare, in una MotoGP ci sono milioni di particolari. Dobbiamo rimanere tranquilli e continuare a lavorare come abbiamo fatto fino adesso», ribadisce Dovi, che al Montmelò è caduto mentre era in terza posizione.
SOTTO CONTROLLO Rimane il fatto che negli ultimi due GP il risultato della GP15 sia stato nettamente inferiore alle aspettative, non solo in gara, ma anche in prova. Anche la Suzuki si è rivelata più efficace della Ducati. «Complessivamente — è l’analisi del responsabile del progetto MotoGP Paolo Ciabatti — continuo a pensare che dobbiamo essere soddisfatti di quanto abbiamo fatto finora: dopo aver rischiato di vincere la prima gara, un quarto posto può essere considerato deludente, ma non bisogna dimenticarsi contro chi stiamo lottando. È chiaro che non siamo contenti degli ultimi risultati, ma la situa-
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DUCATI NUMERO 29 zione è sotto controllo: sarebbe stato troppo bello lottare per la vittoria in ogni GP con una moto scesa in pista per la prima volta a febbraio».
TEST In Ducati si lavora senza sosta: da oggi a giovedì Pirro sarà in pista al Mugello per provare novità di telaio, motore ed elettronica. «Stiamo facendo di tutto per mettere i nostri piloti nella migliore condizione tecnica possibile e credo che al Sachsenring potremo partire più competitivi rispetto agli ultimi GP, dove abbiamo sofferto mancanza di grip e per qualche problema sull’anteriore». Insomma, anche secondo Ciabatti si tratta solo di «normali problemi di gioventù». Compresa la mancanza di affidabilità: «Il supporto sella che si è rotto sulla GP15 di Dovizioso fa parte degli inconvenienti che possono capitare a una moto che ha solo 4 mesi: dobbiamo restare sereni, avevamo messo in preventivo dei momenti difficili». L’obiettivo, quindi, non cambia: «Vincere un GP», conferma Ciabatti.