La Gazzetta dello Sport

Tour, quei nove giorni da incubo

Inizio: vento, mare, Muro di Huy, pavé e cronosquad­re in salita. Chiude l’Alpe d’Huez

- Luca Gialanella

L’ultima doppietta Giro-Tour risale a Marco Pantani, 1998. Ed è l’obiettivo di Alberto Contador, cresciuto con il Pirata come idolo. L’unica doppietta consecutiv­a di un italiano è di Ottavio Bottecchia: 1924 e 1925. Ed è l’obiettivo di Vincenzo Nibali. Mai un colombiano ha vinto la Grande Boucle, ed è l’obiettivo di Nairo Quintana, lo scalatore più forte. Da due anni il Team Sky non vince più una grande corsa a tappe, e sembra quasi un’eresia: tanto basta a Chris Froome per voler cancellarl­a.

MUSICA Sul palcosceni­co del Tour 2015 salgono i Fab Four dei grandi giri. Il numero 1 ce l’abbiamo noi italiani, Lo Squalo di Messina. E il percorso è stato disegnato apposta per scatenare la battaglia. Romain Bardet, una delle grandi speranze del ciclismo francese, ha detto: «I primi nove giorni saranno un mattatoio». Sabato si parte per la sesta volta dall’Olanda: Utrecht, la città di Marco Van Basten. Cronometro di 13,8 km con non meno di 20 curve. Il sogno di Adriano Malori. E poi? Si entra nel frullatore.

TECNICA Al secondo giorno si costeggia il Mare del Nord e si arriva a Zelande, su una diga: potrebbe anche piovere. Negli ultimi 70 km solo vento e mare. Il Giro 2011 ci passò nella tappa di Middelburg, quella vinta dal povero Weylandt. Il terzo giorno il traguardo è in Belgio: da Anversa, la città dei diamanti, al Muro di Huy, uno dei luoghi mitici del ciclismo: 1,3 km al 9,6% medio, punte del 20%, dove si conclude la Freccia Vallone. E la battaglia comincerà sulle tre côte che l’anticipano: qui ci fu il primo scatto di Nibali della stagione. Il quarto giorno, come nel 2014, è dedicato al pavé. Bagnato, annuncia-

Dune, sabbia, Mare del Nord e vento nella 2a tappa, con arrivo sulla diga di Zelande: qui è passato il Giro 2011 Il Muro di Huy, 3a tappa La salita più famosa: l’Alpe d’Huez, 13 km all’8.1%

Tour 2014, Nibali in giallo scatenato sul pavé ti temporali. Sette settori, di cui sei inseriti nella Roubaix: 13,3 km. Ci sono le pietre in salita di Saint-Python, c’è quello finale di Carnieres, che la Roubaix non fa, paragonato alle montagne russe, con due tratti che tirano all’insù. Insomma, una tappa più dura di quella che Nibali, in maglia gialla, trasformò in un terribile terreno di sfida. Domani Contador e la sua Tinkoff andranno di nuovo a provarla. Il quinto giorno, Amiens potrebbe essere un momento di pausa, poi Le Havre: oltre 100 km a bordo mare, con il vento di lato, ventagli, cadute, tensione. Poi arriva la Bretagna, con quel Muro (2 km al 9,6% e punte del 18%) dopo strade strette, e infine il nono giorno la cronosquad­re di Plumelec: 28 km che si concludera­nno in salita (1,7 km al 6,2%). Percorso molto impegnativ­o, che può provocare distacchi

sensibili. Il primo riposo sarà una benedizion­e. Che cosa succederà in quei nove giorni? Nibali sa che qui può mettere alle corde sia Froome sia Quintana, e infatti ha scelto un gruppo solidissim­o di uomini da nord. Il britannico si è circondato di passisti da classiche come Thomas, Stannard e Rowe per sopravvive­re all’incubo che gli costò il ritiro nel 2014. Quintana è più scaltro, ma meno esperto, mentre Contador proverà a inventare qualcosa ispirato dalle sue «guardie»: Tosatto e Bennati, maestri di ventagli.

SALITE Poi dopo il riposo subito le salite, che Quintana aspetta come casa sua. La tripletta dei Pirenei, Aspin e Tourmalet, Plateau de Beille, quindi le Alpi: il Col d’Allos, dove Thevenet mise in crisi Merckx nel 1975, e la sua discesa, forse la più difficile della corsa. Poi le due tappe più dure, La Toussuire (dopo la Croix de Fer) e L’Alpe d’Huez, cortissime: 138 e 110 km, quest’ultima con metà del tracciato in salita. Auguri.

 ??  ?? 1.
4.
3.
2.
1. 4. 3. 2.
 ??  ?? 2
1
3
2 1 3
 ??  ?? 4
4
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy