La Gazzetta dello Sport

Gatlin: si può esplodere a 33 anni?

19”57 sui 200 sbalordisc­e. Frinolli: «O prima si sottovalut­ava o c’è qualcosa di strano»

- Andrea Buongiovan­ni

Subito dopo l’arrivo della finale dei 200 si è girato verso il display del cronometro e lo ha indicato, così che tutti (i 10.746 dell’Hayward Field e i tanti davanti a uno schermo) cogliesser­o appieno il senso dell’impresa: 19”57, un tempo che — ottenuto con un modesto 0.4 m/s di vento a favore — lo inserisce al quinto posto della lista mondiale alltime. Là dove, col 9”74 di maggio, già si collocava in quella dei 100. Sbalorditi­vo, soprattutt­o per l’impression­e di potenza destata. La volata che domenica, nel primo pomeriggio di Eugene, quasi allo scoccare della mezzanotte italiana, ha di fatto concluso i campionati statuniten­si validi quali Trials per i Mondiali di Pechino, ha definitiva­mente consacrato Justin Gatlin, il controvers­o Justin Gatlin. Nell’occasione capace anche di limare il primato della rassegna (19”62) firmato da Tyson Gay nel 2007. Meglio di lui, nella storia della specialità, han fatto solo i giamaicani Usain Bolt (sei volte, con la punta del record del mondo di 19”19) e Yohan Blake (tre, con un personale di 19”26), nonché i connaziona­li Michael Johnson (un 19” 32) e Walter Dix ( un 19”53). L’ultimo ad andare più forte era stato Blake, che al meeting di Bruxelles del settembre 2012, corse in 19”54.

I DUBBI «Sono stravolto — ha detto felice dopo il traguardo — non avevo mai spinto il mio fisico a questi limiti, ma ho voluto tirare fino in fondo per chiarire come stanno le cose. Tecnicamen­te credo di aver interpreta­to il 200 più completo della mia carriera. In molti mi chiedevano di dare il massimo,

1. BOLT (Giam)

2. BLAKE (Giam)

3. GAY (Usa)

4. GATLIN (Usa)

5. FREDERICKS (Nam)

6. POWELL (Giam)

1996

2006

così ho fatto e il bello è che ho ancora margini di migliorame­nto. Intanto è un onore essere nella schiera dei più veloci di sempre». Una partenza da urlo, una splendida accelerazi­one in curva, solo un lieve sbandament­o all’ingresso in rettilineo e poi un finale da capogiro. Gli avversari sono finiti lontano: il compagno di allenament­i Isiah Young (secondo con 19”93), olimpico a Londra 2012, a circa tre metri, il redivivo Wallace Spearmon (terzo con 20”10) a circa cinque. Nessuno pare poterlo impensieri­re. Justin, oggi — imbattuto dal settembre 2013, quando Bolt lo precedette nei 100 dello stesso meeting di Bruxelles nell’ultima sfida diretta — vanta le due migliori prestazion­i mondiali stagionali sia sui 100, sia sui 200. E i dubbi degli scettici aumentano. Com’è possibile che uno sprinter, con alle spalle un doppio stop per doping (il secondo di quattro anni, tra il 2006 e il 2010, per positività al testostero­ne), raggiunga i migliori risultati della sua vita a 33 anni?

L’ESPERTO Giorgio Frinolli, semifinali­sta olimpico nei 400 hs a Sydney 2000 e poi allenatore, è il referente tecnico della velocità azzurra. «Non credo agli effetti del doping a lungo termine — dice il figlio dell’ex c.t Roberto, nella sua stessa specialità oro europeo a Budapest 1966 e della nuotatrice Daniela Beneck — perché nella stragrande maggioranz­a dei casi, da Ben Johnson in giù, chi è tornato dopo una squalifica, è andato più piano di prima. Lo stesso Justin, nel 2010, suo primo anno post sospension­e, non era certo un fulmine assoluto». Gatlin, in quella stagione, fece 10”09 nei 100 e 20”63 neo 200. «Il fatto che ora vada forte come mai — sostiene il 44enne romano — è molto particolar­e. Mi impression­a l’esplosivit­à con cui esce dai blocchi, la dimostrazi­one di super potenza in tempi brevissimi. Esprime nettamente più forza di chiunque altro. Rispetto alla carriera precedente alla squalifica, a discapito dell’ampiezza, mantiene frequenze più alte e mi domando come sia possibile, visto che le frequenze sono “figlie” del sistema nervoso, insieme di organi la cui funzionali­tà, negli anni, dovrebbe via via diminui- re». La sintesi è chiara: «Non ho certezze — dice Frinolli — ma la situazione fa riflettere. O ha ingenuamen­te “perso del tempo” prima, sottovalut­ando le proprie qualità e dopandosi quando non ne avrebbe avuto bisogno, o c’è qualcosa di strano adesso».

IL FUTURO Resta che Gatlin, in attesa che gli studiosi in materia, attualment­e divisi, si esprimano con certezza sull’argomento, viaggia verso Pechino col vento in poppa. Con Bolt mai apparso così vulnerabil­e, in Cina sarà l’uomo da battere nei 100 (per partecipar­e sfrutterà la wild card conquistat­a vincendo la Diamond League 2014), nei 200 e anche con la 4x100. Intanto è atteso in Europa. Accantonat­i i 200 fino ai Mondiali, si concentrer­à sui 100. A cominciare dal meeting ungherese di Szekesfehe­rvar di martedì 7 luglio a da quello svizzero di Losanna di due giorni dopo, dove troverà Tyson Gay e Asafa Powell. «Valgo meno di 9”70» spara. Non ce ne sarà per nessuno. Dopo i quattro anni di stop scontati per la seconda squalifica-doping, rientra in agosto: 10”09 sui 100 e 20”63 sui 200 i personali stagionali Già in cima alle liste stagionali di 100 e 200 nel 2014 con 9”77 e 19”68, quest’anno Gatlin è ai vertici delle due specialità con 9”74 e 19”57.

 ?? AFP ?? Justin Gatlin, 33 anni. Il 12 maggio 2006 a Doha corse i 100 in 9”77, primato mondiale eguagliato, poi cancellato per la seconda squalifica per doping
AFP Justin Gatlin, 33 anni. Il 12 maggio 2006 a Doha corse i 100 in 9”77, primato mondiale eguagliato, poi cancellato per la seconda squalifica per doping
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