LeBron straccia l’accordo coi Cavs Ma solo per aiutarli
Ne firmerà uno nuovo lasciando spazio sotto il tetto salariale per rinforzare la squadra
Calma e sangue freddo: non ci aspetta un’altra Decision. Non ci saranno lettere strappalacrime su Sports Illustrated. Nonostante LeBron James abbia esercitato la clausola d’uscita dal contratto da 21.6 milioni con Cleveland, la prossima stagione (e per molte altre ancora probabilmente) il Prescelto vestirà ancora la maglia dei Cavs. Molto semplicemente si tratta di una mossa (ampiamente annunciata) che permetterà alla squadra di coach Blatt di avere maggiore flessibilità sul mercato. No, non è solo un gesto magnanimo di King James, è una mossa con lo sguardo al futuro, quando il tetto salariale, come spiegato qui sopra, si alzerà dai 63 milioni della prossima stagione ai 90 del 2016-17 (per arrivare ai presumibili 109 del 2017-18), quando James potrà quindi inchiostrare un quinquennale da 177 milioni.
ALL YOU NEED IS... Per ora però, a LeBron interessa riportare un titolo pro’ nel suo Ohio. E per farlo ha bisogno di un cast di comprimari superiore a quello avuto quest’anno, anche al netto degli infortuni. Possibile che Love decida di restare, pure lui con un annuale per gli stessi motivi, anche se il gm David Griffin gli proporrà un massimale da 110 milioni in 5 anni. Cleveland non può prescindere dall’ex Ucla. Anche i numeri lo confermano: con lui in campo il rendimento di LeBron è stato nettamente superiore, e anche difensivamente, nonostante Love non sia esattamente uno «stopper», i Cavs hanno avuto numeri superiori con Kevin in quintetto. Fondamentale sarà confermare Tristan Thompson, che dopo la straordinaria postseason non chiederà meno di 13 milioni a stagione.
SPURS Mentre la maggior parte dei big free agent sul mercato finirà col restare con l’attuale squadra (ai suddetti Love e James si aggiunge Marc Gasol, con la dirigenza dei Grizzlies già in Spagna pronta ad offrirgli il rinnovo all’alba catalana di mercoledì), chi è sicuro di cambiare maglia è LaMarcus Aldridge. E, bruttissime notizie per le altre contendenti nella Western Conference, potrebbe finire col firmare per i San Antonio Spurs. La fedeltà allo Sperone è una delle chiavi che permetterà al gm R.C. Buford di riuscire nella non facile (per gli altri) impresa di ricostruire ma allo stesso tempo restare non solo competitivi, ma da titolo. Se, come pare, Duncan e Ginobili (il ritiro per l’argentino resta però una possibilità concreta) resteranno a cifre favorevoli per i texani, pur confermando Kawhi Leonard con un massimale, è possibile che Buford riesca a recuperare spazio per dare 20 milioni l’anno ad Aldridge, anche senza cede- re Splitter (opzione che resta però sul tavolo). Addio però a Marco Belinelli e Danny Green (non si può avere tutto). L’azzurro quest’estate ha intenzione di «monetizzare», parole sue, quindi cercherà un contratto più remunerativo altrove.
GALLO E MAGO Restando in tema di italiani, I Nuggets hanno fatto sapere che Gallinari non è incedibile. Memphis si è fatta avanti, ma sta anche trattando Joe Johnson, che Brooklyn scaricherebbe molto volentieri. I Knicks avevano espresso interesse per rifirmare Bargnani, free agent, ma la scelta al draft del lettone Porzingis, giocatore dalle caratteristiche molto simili a quelle del Mago, lo allontana dalla Grande Mela. Un contratto tra i pro’ dopo il buon finale di stagione non dovrebbe comunque sfuggirgli, chiaramente a cifre ben inferiori rispetto ai 12 milioni dell’ultima stagione.
MELO A New York tiene banco poi il caso Melo. Anthony non ha gradito l’arrivo di Porzingis, che prolunga i tempi di ricostruzione dei Knicks. Non sarebbe una brutta idea trovargli una nuova casa. I Celtics lo accoglierebbero a braccia aperte, anche se la priorità di Boston è un lungo (Greg Monroe in primis). Chissà mai che alla fine non trovino anche un buco per il buon Gigione Datome...