La Gazzetta dello Sport

LA SFIDA IN PIU’ DI BARGNANI: LA STAMPA

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Andrea Bargnani è rimasto a New York? Per giocare con i Brooklyn Nets? Per il minimo salariale? Ha fatto una scelta tremendame­nte difficile, perché i mass media di New York non lo amano. Anzi, lo odiano. Parola grossa, ma à così. Ci sono diversi motivi per questo. Il primo: ogni grande testata è di New York o dei dintorni: NY Times, Daily News, Post, Newsday, ESPN, Fox, CBS, NBC, e via dicendo.

Ma c’è ben altro: la stampa newyorkese è famosa per la sua grande cattiveria. Anni fa, nell’NFL, i New York Giants hanno licenziato il loro coach. La stampa ha chiesto al general manager dei Giants che tipo di coach cercava. La risposta: «Uno che può vincere... a New York!» Il messaggio era chiaro: qua può sopravvive­re solo uno che può sopportare la pressione di New York, bastonate della stampa comprese.

In tutti ciò, Andrea Bargnani ha avuto, nel 2006, la sfortuna di essere stato il primo giocatore assoluto chiamato nelle scelte Nba. E questo perché è stato il primo anno che i giocatori usciti direttamen­te dal liceo, come LeBron James o Kobe Bryant, non potevano più passare direttamen­te dalla high school alla Nba. Fossero stati disponibil­i Kevin Durant e altre stelle costrette a giocare un anno all’università prima di passare profession­isti, Bargnani sarebbe stata la 7° o 8° scelta, con meno aspettativ­e, che gli sono state addosso per tutti i suoi anni americani Aggiungiam­o il fatto che Bargnani non è un tipo espansivo, non è uno che esulta dopo un canestro o una stoppata. Ormai, i tifosi e i giornalist­i aspettano una reazione di gioia o emozioni, tipo un calciatore dopo un gol. Bargnani non ha questo nel suo DNA, quindi dicono che non ha passione, non ha cuore, non ama il basket, e anche cose peggiori. E non è espansivo neanche coi giornalist­i.

Quindi, anziché andare a Sacramento, tre fusi orari di differenza rispetto a New York, Bargnani ha sfidato i “killer” della stampa newyorkese, perché gli stessi che seguono la sua ex-squadra, i Knicks, sono quelli che seguono pure la sua nuova squadra, i Nets, e l’hanno preso di mira. Per avere ragione, Andrea deve evitare gli infortuni, giocare da Dio e … vincere.

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