Basso guarda già avanti «A Parigi ci sarò anch’io»
Ok, Ivan sorride: «Voglio stare vicino alla squadra» Il professor Montorsi: «Potrebbe anche tornare a correre»
Buonumore, sorrisi. Ivan Basso sta bene. Non sembra neppure che siano passate pochissime ore dall’intervento chirurgico per l’asportazione del testicolo sinistro a causa della presenza di un tumore denominato « seminoma». Di che cosa si tratta? Il tumore al testicolo è la patologia neoplastica più frequente nel giovane adulto (considerando i cosiddetti tumori solidi) e arriva a costituire l’1% di tutte le patologie tumorali maschili. Ogni anno vengono diagnosticati da 3 a 10 casi ogni 100.000 maschi, con un picco di incidenza (il numero di nuovi casi diagnosticati ogni anno) tra i 30 e i 40 anni. Globalmente si tratta di una patologia con ottimi tassi di risposta alle terapie e conseguente guarigione. Come tutte le patologie tumorali, anche nel caso del testicolo è fondamentale la diagnosi precoce.
LA GIORNATA Ospedale San Raffaele, reparto di urologia. Il campione varesino è in stanza solo, televisione ovviamente accesa sul Tour, la flebo nel braccio sinistro. Appena ci vede, le sue prime parole, accompagnate da una smorfia di di- attesa di vedere sbocciare definitivamente le neoprimatiste, sta qualificando ai Giochi di Rio il quartetto Elite, impresa che sino a un paio d’anni fa sembrava difficilissima, per non dire impossibile. E che invece adesso è a portata di mano. E dopo quest’ultimo exploit godrà anche di un ricambio di qualità, pronto per ogni evenienza. «Stabilire un record del mondo — ha detto Salvoldi — non è da tutti i giorni (l’ultimo a livello giovanile lo firmò Valentina Alessio sui 500 nel 2001 a Città del Messico, ndr). Devo dire quindi grazie alle ragazze. Ma anche alle loro famiglie, alle loro squadre e ai miei collaboratori che, giorno dopo giorno, hanno contribuito a costruire questo successo». spiacere, sono per un compagno: «È caduto il “Benna”! Mi sa che lo hanno portato all’ospedale». Poi, come se fosse una cosa secondaria: «Era maligno, ma piccolo e circoscritto. Non ha intaccato nulla. È passato. Il professor Montorsi è un grande, ha fatto un lavoro super». E mentre parla ci mostra il piccolo taglietto sopra l’inguine. Poi un altro attimo di preoccupazione: «Ahi, Contador lo vedo lì dietro a soffrire». Una considerazione: «Alberto è un campione straordinario. Con lui, questi sei mesi sono stati come un master superspecialistico a livello mondiale.