La Gazzetta dello Sport

Milano assomiglia a Repesa

Acquisti e ne mancano ancora due: il coach croato racconta la nuova EA7 «Cinciarini strapositi­vo, McLean un combattent­e, Macvan mi ricorda un po’ Lorbek»

- Vincenzo Di Schiavi

Sette acquisti in poco più di una settimana che incuriosis­cono e hanno già acceso il dibattito tattico. E’ la nuova Milano di Jasmin Repesa, modulata strada facendo sui dettami iniziali perché esistono pure le regole del mercato a condiziona­re principi e strategie, ma non per questo meno intrigante. «Eravamo partiti da un’idea chiara – spiega il coach croato —: avere più italiani possibili che potessero dare garanzie in Eurolega. Per coprire la posizione di ala forte quindi avevamo pensato a Melli e Datome. Loro hanno preferito fare altre scelte non accettando le nostre proposte e così abbiamo dovuto modificare alcuni incastri. E’ stato un cambiament­o importante, ma abbiamo reagito bene assembland­o un gruppo a mio parere molto interessan­te che, tanto per chiarire, è ancora incompleto e prevede altri due innesti». Uno sui lunghi e uno sul settore esterni, senza particolar­i problemi di passaporto visto che Milano al momento conta 5 italiani (Gentile, Cerella, Cinciarini, Cervi e Amato), due americani (Jenkins e McLean) e tre comunitari (Lafayette, Macvan e Lawal). Ma andiamo per ordine.

ESTERNI «Il perno del nostro progetto – prosegue Repesa – è Alessandro Gentile, come abbiamo già ribadito più volte. Ale deve diventare la nostra vera stella e per questo gli chiederemo un altro salto di qualità a tutti i livelli». Il settore degli esterni è poi composto dal riconferma­to Cerella e dai nuovi arrivi di Cinciarini, Lafayette e Jenkins: «Siamo riusciti, con buon tempismo, a prendere Cinciarini. Ha 29 anni ma può crescere ancora. Ci siamo parlati e mi ha fatto un’ottima impression­e: ha carattere, è strapositi­vo e ci può aiutare molto». Come Lafayette e Jenkins, che compongono col Cincia un trittico di guardie molto eclettiche. Con quali gerarchie? Repesa ribadisce: «Chi mi conosce lo sa, non seguo la filosofia dello starting five, adatto uomini e ruoli alle situazioni che mi trovo davanti e questo vale per tutti: esterni e lunghi. Jenkins e Lafayette sono quanto di meglio ci sia in Europa nel pressing sulla palla. In Eurolega, se non metti pressione per 40 minuti, non vai da nessuna parte. Sono guardie che sanno fare un po’ di tutto e io le voglio così. Le point guard classiche non esistono quasi più e poi a me non piacciono: non mi interessa l’americano che palleggia per 20 secondi per poi andare in uno contro uno. Lafayette è più playmaker e quindi ora vorremmo inserire una guardia-ala».

LUNGHI Anche qui regna il concetto di squadra «liquida». Due i pivot veri: Cervi e Lawal. «Dovevamo prendere un lun-

vedo come “cinque” ma può dare anche tanti minuti da “quattro”, magari con Lawal vicino. Macvan è un elemento che capisce il gioco, sa passare la palla, viaggia a 2 assist di media, prende i rimbalzi e in particolar­i accoppiame­nti possiede anche il gioco spalle a canestro. Nel Partizan si muoveva da alaforte, ma anche da pivot. Come stile mi ricorda un po’ Lorbek. Adesso ci manca solo un incastro: un’ala forte, che apra il campo e che possa giocare anche da ala piccola». Poi il quadro sarà completo. Non certo banale. E molto repesiano.

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CIAMILLO ?? Gani Lawal, americano di origini e passaporto nigeriano, tricolore a Milano, finalista con Roma Jasmin Repesa, 54 anni
CIAMILLO CIAMILLO Gani Lawal, americano di origini e passaporto nigeriano, tricolore a Milano, finalista con Roma Jasmin Repesa, 54 anni
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