Il merchandising è in casa: 42 assunzioni, sfida globale
Una squadra di calcio, ormai, è un’azienda a tutti gli effetti. La Juventus ha deciso di andare oltre lanciandosi nel business delle magliette e dei gadget. Da quest’anno il club bianconero ha preso in mano la gestione del merchandising e del licensing rinunciando ai 6 milioni di minimo garantito di Adidas. Una bella prova di coraggio. Per farlo sono state assunte 42 persone che vanno a integrare l’area commerciale sotto la guida di Francesco Calvo. Adesso è la Juve a gestire i negozi dentro e fuori dallo stadio, già oggetto di restyling: presto subentrerà negli store delle altre città. Contestualmente i bianconeri hanno lanciato una nuova piattaforma digitale in cui il sito web si interseca con l’e-commerce. Nei primi dieci giorni le vendite sono triplicate rispetto al 2014-15. HALLOWEEN BIANCONERA La svolta consentirà alla Juve di ridurre le distanze con i tifosi, monitorati attentamente dopo la ricostruzione del database, e di lavorare con flessibilità sul prodotto: si punterà di più su donne e bambini (aspettatevi una linea bianconera per Halloween), si venderanno anche capi casual, grazie all’accordo con la VR46 di Valentino Rossi. I 15 milioni di fatturato da mer- chandising e licensing sono un punto di partenza, specie se si guarda ai margini di crescita all’estero. Adidas ha investito un budget importante per promuovere la Juventus in Cina (ordini cresciuti di 12 volte) e Nord America. Clausola contrattuale, che vale in tutto il mondo: se in negozio c’è una maglia del Real deve essercene anche una della Juve. E nuovo slogan per comunicare anche all’estero:
Saranno coinvolte di più le stelle emergenti come Morata, «incattivito» nella campagna per le nuove maglie. Una Juve giovane e spavalda, proiettata al futuro.
I testimonial della campagna delle maglie: Marchisio, Pogba, Morata e Coman Marchisio firma autografi Dybala nello store