La Gazzetta dello Sport

Subito doppietta nell’amichevole Hellas a valanga

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(m.f.) Primo test con tradiziona­le pioggia di gol per il Verona. Salta il debutto della coppia formata da Pazzini, che segna una doppietta, e Toni, che viene lasciato a riposo. Finisce 12-0, con un rigore sbagliato da Gomez. In evidenza anche Jankovic e Valoti, insieme a Siligardi. Buone indicazion­i dai giovani Boni, Zaccagni, Fares e Cappelluzz­o.

Jankovic 5’ e 31’, Sala 7’, Gomez 9’, Pazzini 34’ e 43’ p.t.; Valoti 22’ e 32’, Siligardi 25’ e 33’, Cappelluzz­o 39’, Fares 43’ s.t.

Gollini; Romulo, Pisano, Bianchetti, Fares; Sala, Greco, Hallfredss­on; Jankovic, Pazzini, Gomez.

Gollini (dal 20’ Ferrari); Pisano, Boni, Bianchetti, Fares; Romulo (20’ Riccardi), Zaccagni, Valoti; Jankovic (20’ Checchin), Gomez (20’ Cappelluzz­o), Siligardi. All. Mandorlini. questo me lo prendo come punto di merito (ride,

Comunque l’attaccante più forte tecnicamen­te che ho visto al Milan è stato Pato. Un fenomeno vero, talento pazzesco».

Lei ha vissuto la parabola discendent­e del Milan degli ultimi tre anni. Si è dato una spiegazion­e?

«Il 10° posto è una conseguenz­a di una serie di aspetti un po’ trascurati, oltre ai tanti infortuni. A un certo punto sono venute meno le certezze».

C’è qualche ricordo rossonero positivo?

«Ad esempio Allegri. Con Mandorlini è stato l’allenatore con cui mi sono trovato meglio in carriera. Ha un grande pregio: una enorme capacità di equilibrio e serenità, che trasmettev­a alla squadra quando le cose non andavano bene».

Mihajlovic è l’uomo giusto al posto giusto?

«Può fare bene, ha il carattere e la personalit­à giusti, e quel gruppo ha bisogno di regole, con qualcuno che le faccia rispettare. Comunque la squadra si è rinforzata, può senz’altro lottare per tornare in Champions».

Qual è il suo più grande rimpianto rossonero?

«Aver giocato poche grandi partite. Ad esempio quella di Barcellona, saltata per infortunio. In quel periodo stavo alla grande».

Ma Pazzini per quanto si vede ancora in campo?

«Due mesi fa le avrei detto tre anni. Il Verona però mi ha ridato l’entusiasmo, quindi non mi pongo limiti: basta stare bene. Quando finirò, mi piacerebbe l’ambito dirigenzia­le. Allenatore proprio non mi ci vedo: troppe interviste...».

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