Inter, prove tecniche di K2 Kondogbia sa già di leader e studia tattica con Kovacic
Dai compagni, trascinatore del centrocampo, idolo dei tifosi: Geoffrey si è imposto e con Mateo lavora sugli schemi
L’attestato più bello e significativo è quello che non si sente o non si legge urbi et orbi. Viene sussurrato, ha il potere di un complimento sentito e fatto in privato. L’apprezzamento è il seguente ed è un passaparola fra i suoi stessi compagni: «Oh, questo è veramente un grande». Questo, diciamo così, è Geoffrey Kondogbia, il francesone che ha «rapito» tutti in pochi giorni. Ma tutti tutti, anche chi - vociferano - potrebbe subirne la concorrenza sul campo. Ecco la conquista del Kondo: tutti si aspettavano qualcosa da lui e lui l’ha dato. Emozioni pari alla paura: zero.
INTERNO D’ACCIAIO Joffré è la nuova fiaccola messa nel centrosinistra da Mancini: la sua prima vera gara ha mostrato padronanza, tecnica, colpi, sveltezza, protezione del pallone, tocchi e guizzi, rapidità anche mentale; i suoi primi giorni, quelli delle ore libere, lo hanno visto col profilo basso di chi è arrivato in una squadra nuova e con l’idea di mostrare giocate e non « spacconate » . Joffré, così si pronuncia il nome, è uno di quelli che hanno acceso il mercato dell’Inter; Joffré è la... maglia più venduta assieme a quella di Icardi, è quello che quando tocca la palla la gente spalanca gli occhi, insomma è uno che promette tanto e che non sente il peso del dover promettere. Vive la sua vita interista con semplice curiosità: ha i riflettori addosso, per questo utilizza il low profile e senza snaturarsi. «Sono diventato da poco papà - ha detto il francese - e sono contento della piega che ha preso la mia vita, ma la distinguo da quella professionale. Da quest’ultimo punto di vista è un periodo che ho già vissuto, e non sento alcuna apprensione». L’interno d’acciaio. IL K2 STUDIA LE MOSSE Geoffrey da piccolo tirava di boxe «perché non mi piacevano le regole del calcio». Da qualche anno, invece, il regolamento lo ha convinto appieno. Come Mancini e l’Inter. «Questa settimana siamo usciti per allenamenti di quasi 3 ore - ha aggiunto il francese all’Equipe -. Avevo già quest’abitudine a Siviglia. Ma qui si lavora molto di più. Tutto è molto più dettagliato, più puntiglio-
i milioni spesi dall’Inter per Geoffrey Kondogbia: al Monaco sono andati 30 milioni più 5 di bonus. Il giocatore ha firmato un contratto di cinque anni so. Tatticamente per esempio lavoriamo anche sulle piccole cose». Anche lui lavora sui dettagli: prima dell’amichevole contro il Carpi, Kondogbia è stato visto parlare fitto con Mateo Kovacic, la K2 insomma: uno che fa l’interno interventista e l’altro che studia da regista. Il trio di centrocampo BrozovicKovacic-Kondogbia ha riscontrato grande successo, anche su twitter. Piace. E i due - la K2 - in quel pre-gara agitavano le mani, creavano giocate virtuali prima di scendere in campo. La pri- ma amichevole contro una squadra di serie A ha fatto emergere il loro feeling: la tournée, contro Bayern, Milan e Real, dirà ancora di più.«Come è andata a Riscone - dice Mancini a Interchannel -? Un po’ meglio, ma è importante fare sempre qualcosa di buono e cercare di fare meno errori possibili».
LEZIONI E LEADER Kondo nel ritiro di Riscone è stato messo dal t.m. Romeo in camera con Biabiany: un altro francese, che però sa l’italiano e che può insegnare a dire, a fare e a capire questo mondo a Geoffrey. Una cosa si è capita: Joffré ha le qualità da leader, ciò che il Mancio cercava. Qualità in embrione sì. Ma in emersione.