Bologna, test anti-infortuni Cinque pasti ma birra vietata
Prima regola: «Riconoscere le caratteristiche fisico-atletiche dei giocatori» E in attesa dei rinforzi anche il club manager Di Vaio si unisce alle sfide in famiglia
Tanto sudore e fatica per il Bologna. Peraltro Delio Rossi in fatto di calcio è molto esigente e sui 1.060 di quota del ritiro all’Alpe di Siusi sta forgiando la squadra ancora incompleta che deve affrontare il ritorno in Serie A senza rischi, come chiede la nuova proprietà nordamericana che punta ad una salvezza agevole come trampolino per le ambizioni future.
TEST CLINICI Lo staff che appoggia l’allenatore romagnolo lavora nell’ombra ma con grande cura dei dettagli. Sul campo operano tre medici, tre terapisti e due preparatori atletici. È il dottor Giovanbattista Sisca, 53enne calabrese trapiantato sotto le Due Torri, alla quindicesima stagione rossoblù, rientrato quest’anno a Casteldebole dopo una parentesi di un anno alla Roma, a dirigere colleghi e collaboratori. Sisca non si lascia sedurre dalla tecnologia: «La giudico importante ma non deve essere preponderante nella valutazione dell’atleta. Per me la regola au-
Le prove per valutare le caratteristiche dei giocatori: massimo consumo di ossigeno, test Mognoni (misura la soglia del lattato su corsa di 1.350 metri) e test Carminatti (misura la velocità aerobica massimale)
rea è riconoscere le caratteristiche del giocatore in sede di analisi clinica nei test che precedono la preparazione. Questo aiuta la prevenzione degli infortuni e dà all’allenatore e al preparatore il quadro più preciso delle condizioni fisiche del
giocatore. Le informazioni vengono valutate oggettivamente e condivise nell’ambito di un’unica strategia di lavoro». Quindi va bene il gps ma i vecchi e i nuovi test restano sempre e comunque il punto di partenza. LAVORO QUOTIDIANO Anche in questo caso, al Bologna preferiscono i sistemi più collaudati. Alla mattina due ore vengono dedicate alla preparazione atletica con lavoro sul campo ma anche con tanta corsa nei boschi, che da queste parti non mancano. Soltanto nel pomeriggio compare la palla con esercizi e partitelle a tema, alle quali partecipa con grande entusiasmo anche Marco Di Vaio che adesso è il vero jolly della società rossoblù: nel suo ruolo di club manager l’ex attaccante introduce i nuovi acquisti poi si riveste da bomber e, vista la ristrettezza dell’organico che a breve dovrebbe ampliarsi con gli arrivi di Quintero, Duncan e Borriello (mentre sta sfumando la pista Defrel, molto vicino ad andare al Palermo), si presta a giocare non solo per fare numero ma anche per dare l’esempio agli ex compagni.
TANTA FRUTTA E NIENTE BIRRA Un elemento innovativo è il numero dei pasti che i giocatori del Bologna consumano durante la giornata. Sono cinque, e sono definiti spuntini perché non devono essere mai abbondanti. Dopo l’allenamento mattutino, prima del pranzo, vengono consumati almeno 6-7 kg di frutta tra pesche, banane, mele e fette di anguria per integrare sali, vitamine e liquidi. Nell’alimentazione c’è soltanto un elemento che viene bandito, ovvero l’alcool, soprattutto la birra. La bevanda vietata viene autorizzata di tanto in tanto, magari dopo una cena con la pizza, ma soltanto su espressa licenza del medico.