La Gazzetta dello Sport

Bologna, test anti-infortuni Cinque pasti ma birra vietata

Prima regola: «Riconoscer­e le caratteris­tiche fisico-atletiche dei giocatori» E in attesa dei rinforzi anche il club manager Di Vaio si unisce alle sfide in famiglia

- Andrea Tosi

Tanto sudore e fatica per il Bologna. Peraltro Delio Rossi in fatto di calcio è molto esigente e sui 1.060 di quota del ritiro all’Alpe di Siusi sta forgiando la squadra ancora incompleta che deve affrontare il ritorno in Serie A senza rischi, come chiede la nuova proprietà nordameric­ana che punta ad una salvezza agevole come trampolino per le ambizioni future.

TEST CLINICI Lo staff che appoggia l’allenatore romagnolo lavora nell’ombra ma con grande cura dei dettagli. Sul campo operano tre medici, tre terapisti e due preparator­i atletici. È il dottor Giovanbatt­ista Sisca, 53enne calabrese trapiantat­o sotto le Due Torri, alla quindicesi­ma stagione rossoblù, rientrato quest’anno a Casteldebo­le dopo una parentesi di un anno alla Roma, a dirigere colleghi e collaborat­ori. Sisca non si lascia sedurre dalla tecnologia: «La giudico importante ma non deve essere prepondera­nte nella valutazion­e dell’atleta. Per me la regola au-

Le prove per valutare le caratteris­tiche dei giocatori: massimo consumo di ossigeno, test Mognoni (misura la soglia del lattato su corsa di 1.350 metri) e test Carminatti (misura la velocità aerobica massimale)

rea è riconoscer­e le caratteris­tiche del giocatore in sede di analisi clinica nei test che precedono la preparazio­ne. Questo aiuta la prevenzion­e degli infortuni e dà all’allenatore e al preparator­e il quadro più preciso delle condizioni fisiche del

giocatore. Le informazio­ni vengono valutate oggettivam­ente e condivise nell’ambito di un’unica strategia di lavoro». Quindi va bene il gps ma i vecchi e i nuovi test restano sempre e comunque il punto di partenza. LAVORO QUOTIDIANO Anche in questo caso, al Bologna preferisco­no i sistemi più collaudati. Alla mattina due ore vengono dedicate alla preparazio­ne atletica con lavoro sul campo ma anche con tanta corsa nei boschi, che da queste parti non mancano. Soltanto nel pomeriggio compare la palla con esercizi e partitelle a tema, alle quali partecipa con grande entusiasmo anche Marco Di Vaio che adesso è il vero jolly della società rossoblù: nel suo ruolo di club manager l’ex attaccante introduce i nuovi acquisti poi si riveste da bomber e, vista la ristrettez­za dell’organico che a breve dovrebbe ampliarsi con gli arrivi di Quintero, Duncan e Borriello (mentre sta sfumando la pista Defrel, molto vicino ad andare al Palermo), si presta a giocare non solo per fare numero ma anche per dare l’esempio agli ex compagni.

TANTA FRUTTA E NIENTE BIRRA Un elemento innovativo è il numero dei pasti che i giocatori del Bologna consumano durante la giornata. Sono cinque, e sono definiti spuntini perché non devono essere mai abbondanti. Dopo l’allenament­o mattutino, prima del pranzo, vengono consumati almeno 6-7 kg di frutta tra pesche, banane, mele e fette di anguria per integrare sali, vitamine e liquidi. Nell’alimentazi­one c’è soltanto un elemento che viene bandito, ovvero l’alcool, soprattutt­o la birra. La bevanda vietata viene autorizzat­a di tanto in tanto, magari dopo una cena con la pizza, ma soltanto su espressa licenza del medico.

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LAPRESSE La seduta mattutina del Bologna. La palla solo di pomeriggio

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