La Gazzetta dello Sport

Soffre e reagisce Poi prova il colpaccio «Più testa che gambe»

Dopo le batoste dei giorni scorsi Vincenzo si ritrova «È stato un inizio di Tour duro, ora spero cominci un’altra storia. Comunque un anno storto ci può anche stare»

- Ciro Scognamigl­io

«Ma quando è stata l’ultima volta che il Tour era venuto qui?» «Nel 2011, Vincenzo”. «Ah, sì. Io non c’ero. Quell’anno feci il Giro e la Vuelta. Era stata una stagione storta, un po’ come si sta rivelando questa, anche se quattro anni fa comunque sul podio al Giro ci ero andato». Un ombrello gigante rimediato all’ultimo momento lo ripara e nonostante la pioggia che ancora scende (ma sempre meglio della grandine che si era abbattuta violenteme­nte sul traguardo due ore prima) Vincenzo Nibali parla volentieri. Ieri, pur senza voler eccedere in trionfalis­mi fuori luogo, ha mostrato la faccia migliore di questo Tour de France avarissimo di soddisfazi­oni finora. Non ha perso le ruote dei migliori. E verso Plateau De Beille — dove Joaquin Rodriguez ha fatto il bis — ha trovato anche le gambe per attaccare. In classifica è risalito di due posizioni, al nono posto. Il distacco da Froome però è sempre un macigno: 7’47”. Ma almeno il campione in carica ha reagito, dimostrand­o di essere ancora ‘vivo’. E l’azione che ha fatto è stata molto applaudita, a conferma che il rispetto e il tifo di cui gode lo Squalo non conoscono confini. E neppure si perdono nei momenti negativi.

Nibali, com’è andata?

«È stata un’altra giornata durissima e per buona parte della tappa ho sofferto. Sono andato avanti con la testa, più che con le gambe. Mi sono detto che dovevo reagire. E sulla salita finale mi sono sentito meglio».

Perciò ha deciso di attaccare?

«Sì, dopo un’azione di Contador c’era indecision­e. Tutti si stavano guardando un po’, rifiatando. E sono partito. Ho un ritardo importante in classifica e speravo in un po’ di spazio, ma dietro si sono punzecchia­ti, tornando sotto».

Il primo a venire a prenderla è stato Valverde, ma allora è vero che tra di voi non corre buon sangue?

«Mah, stava facendo la sua gara, i suoi interessi. Penso sia stata un’azione normale: la Movistar ha lui e Quintana, deve provare a sfiancare Froome».

La sua giornata è una risposta alle pesanti critiche del team manager Alexandre Vinokourov?

«Non c’era cattiveria nelle parole di "Vino”. Se si è espresso così, è solo per spronarmi a tirare fuori la grinta giusta, la rabbia agonistica, una reazione. Ci siamo parlati. Per il resto, credo si tratti di speculazio­ni e nulla di più. L’inizio di questo Tour è stato duro per me, spero che stia per cominciare un’altra storia».

Sta cominciand­o a capire che cosa le è successo?

«Non è facile da comprender­e e neppure basta un giorno (ieri mattina a Lescar, accompagna­to dal dottore Emilio Magni, ha sostenuto degli esami del sangue con una batteria infettivol­ogica, i risultati dovrebbero arrivare presto, ndr). Da anni finisco sul podio dei grandi giri e un’annata storta può capitare. Sono umano come tutti e ci sta di sbagliare qualcosa. In questi giorni ho pensato a un campione come Cadel Evans. Ha vinto il Tour, il Mondiale. Ma pure a lui non è girata sempre per il meglio. Riflettere­mo sugli errori fatti per evitare di commetterl­i di nuovo in futuro».

Il fatto che la temperatur­a sia scesa repentinam­ente nel corso della tappa l’ha favorita?

«Non penso, se sto bene sono un corridore che va bene sia quando fa caldo sia quando fa freddo».

Ma adesso, in questo Tour, che prospettiv­e ha? Cercherà una vittoria di tappa?

«Non è facile, si dovrebbe creare la situazione giusta, ma entrare in una fuga da lontano… non penso mi lascerebbe­ro. Allo stesso tempo, chi va in fuga non dovrebbe prendere troppo vantaggio… vediamo».

Adesso è nono, crede di potere risalire ulteriorme­nte in classifica?

«No, non so dirlo. Alla fine mancano tante tappe e tante montagne. Certamente devo onorare il Tour, una gara che amo, più di quanto non abbia fatto finora. E cioè continuare e finire nel migliore dei modi. Per me e per la squadra. E per farlo, devo ritrovare il giusto feeling. Con me stesso e con la bicicletta».

Questo Froome è imbattibil­e?

«Bisognereb­be isolarlo. Ma non mi sembra che stia mostrando segni di cedimento e con la squadra che ha… Avete visto quanto è andato forte Geraint Thomas! Se continuera­nno così, sarà molto difficile attaccarlo».

SUL GRAN CAPO DELL’ASTANA

 ?? GETTY IMAGES ?? Vincenzo Nibali, 30 anni, all’attacco sulla salita verso Plateau de Beille. È stato ripreso dopo poche centinaia di metri
GETTY IMAGES Vincenzo Nibali, 30 anni, all’attacco sulla salita verso Plateau de Beille. È stato ripreso dopo poche centinaia di metri

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