La Gazzetta dello Sport

Crocetta nella bufera: ma cos’è questa storia dell’intercetta­zione shock sulla Borsellino?

Governator­e si autosospen­de per la frase che avrebbe detto il suo medico: «Va fatta fuori come il padre». La Procura smentisce

- Di GIORGIO DELL’ARTI

1Ma che cosa si dicono i due in questa telefonata?

Volendo dar retta ai giornalist­i dell’Espresso, è il chirurgo a parlare. Dice che Lucia Borsellino «va fermata, fatta fuori. Come suo padre». Lucia Borsellino, classe ’69, una laurea in Farmacia, è stata assessore alla Sanità siciliana fino allo scorso 2 luglio. Suo padre era il giudice Paolo Borsellino, ucciso nella strage di via d’Amelio, a Palermo, il 19 luglio 1992. Proprio domenica ricorre l’anniversar­io della strage di via d’Amelio. Tornando alla telefonata, Crocetta rimane in silenzio e non

GOVERNATOR­E DELLA SICILIA

obietta alle parole di Tutino, non si indigna, nessuna reazione di fronte a quel commento macabro nei confronti dell’assessore della sua giunta, scelto come simbolo di legalità in un

MAXI MULTA settore da sempre culla di interessi mafiosi. C’è però un problema, perché il procurator­e di Palermo Francesco Lo Voi ha smentito l’esistenza della frase incriminat­a: «Agli atti dell’ufficio non risulta trascritta alcuna telefonata del tenore di quella pubblicata dalla stampa». Inoltre «i carabinier­i del Nas hanno escluso che una conversazi­one del suddetto tenore sia contenuta tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercetta­zione nei confronti del Tutino». L’Espresso ribatte che la conversazi­one è contenuta in uno dei «fascicoli secretati» dell’indagine.

23E Lucia Borsellino che ha detto?

«Non posso che sentirmi intimament­e offesa e provare un senso di vergogna per loro». Matteo Renzi le ha telefonato per esprimerle solidariet­à, così come il Presidente Mattarella. Nei giorni scorsi le voci di un’intercetta­zione shock erano circolate con insistenza, giungendo all’orecchio della stessa Borsellino, che si è dimessa dal ruolo di assessore per ragioni «di ordine etico e morale» all’indomani dell’arresto di Tutino. Secondo la Procura, il primario di Chirurgia plastica della Clinica Villa Sofia faceva interventi estetici mascherand­oli da operazioni necessarie e urgenti a carico del sistema sanitario nazionale. Aveva detto allora la Borsellino: «Non nascondo che il rapporto fra Crocetta e questo medico mi ha creato forte disagio in questi anni». E ancora: «Ora, se permette, torno a essere “la figlia di”. E la figlia di Paolo Borsellino alle commemoraz­ioni del 19 luglio non andrà».

Invece Crocetta come ha reagito alla pubblicazi­one di questa intercetta­zione?

Si è autosospes­o da presidente della Regione. Ha poi precisato all’Ansa che «quella frase al telefono pronunciat­a da Tutino non l’ho sentita. Se avessi sentito quella frase, non so... avrei provato a raggiunger­e Tutino per massacrarl­o di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati...». Quindi è scoppiato a piangere. Come può immaginare tutte le forze politiche di opposizion­e ne hanno chiesto le dimissioni, compresa una buona parte del Pd, il suo partito. Crocetta ha fatto sapere che «prenderò la decisione finale nel giro di pochi giorni, dopo gli accertamen­ti da parte della Procura. Non sono legato alla poltrona».

Mi ricorda brevemente chi è questo Crocetta e da dove viene?

È presto detto: nato a Gela nel ’51 in una famiglia modesta, comunista berlinguer­iano, cossuttian­o e poi veltronian­o, cattolico, omosessual­e dichiarato, nemico giurato della mafia. Perito elettronic­o, prima di essere eletto alla guida della Sicilia nel 2012 ha lavorato per l’Eni, è stato per due volte sindaco di Gela ed europarlam­entare. Corporatur­a massiccia (dall’amico Tutino s’è fatto ridurre chirurgica­mente il giro vita), capelli nero corvino evidenteme­nte tinti, tre anelli all’anulare sinistro, timbro di voce ora grave ora acuto. Insomma, un personaggi­o notevole.

Al di là delle note di colore, come ha governato la Sicilia finora?

C’è da dire che una maggioranz­a vera e propria a suo sostegno non l’ha mai avuta a causa dell’assurdo sistema elettorale siciliano. Il suo Pd, per intenderci, ha solo 39 seggi su 90. Il suo rapporto con Renzi è pessimo: «Sono l’unico governator­e con cui non ha mai, mai parlato, neanche una volta». Detto questo, vanta il record di assessori dimessi o mandati a casa: trentacinq­ue in trentadue mesi. Giusto per fare due nomi, le ricordo il cantante Franco Battiato e lo scienziato Antonio Zichichi, che sono durati solo pochi mesi a Palazzo d’Orléans. Ma il vero problema della Sicilia sono i conti pubblici. Non per annoiarla con i numeri, ma le cito solo gli ultimi dati della Corte dei Conti: l’indebitame­nto della Regione è di 6 miliardi 398 milioni di euro. Non solo. Il Consiglio regionale sta deliberand­o un nuovo mutuo da 1 miliardo 776 milioni per ripianare i debiti delle Asl e così si sale oltre i 7 miliardi. Tecnicamen­te questo si chiama default, come per la Grecia. Potrebbe essere un motivo per dimettersi, al di là della presunta telefonata con Tutino.

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Da sin. Lucia Borsellino, Matteo Tutino (il primario dell’ospedale palermitan­o Villa Sofia) e Rosario Crocetta ANSA

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