SPORT E DONNE: QUALCOSA SI MUOVE
sottotitolo: lo sport non ha sesso, non ne esiste uno più femminile di un altro.
Non è questa l’opinione prevalente nella nostra società. Lo prova anche un recente sondaggio del portale DotSport.it, condotto fra mille mamme italiane. Alla domanda su quale sport ritengano più adatti ai maschietti e alle femminucce danno risposte molto diverse. Per i maschi il nuoto è primo al 27%, per le bimbe la pallavolo regna incontrastata (26,4%), lasciando lontanissime tutte le altre discipline. Esistono anche pregiudizi negativi, naturalmente: solo il 3,9% delle intervistate sceglierebbe il calcio per i propri figli. C’è dunque chi decide per bambini e bambine: il modello che definisco distorto è purtroppo operante e introiettato anche da buona parte della popolazione femminile italiana. Altrove ci si scherza su: esilarante, per esempio, il video trasmesso di recente dalla tv statale norvegese, in cui alcune calciatrici della nazionale hanno accettato di girare un filmato tutto basato sugli stereotipi anti-donne nel calcio. Vi consiglio di non perderlo perché è davvero divertente, lo trovate a questo link: http://www.ilpost.it/2015/06/21/s tereotipi-calcio-femminile/
L’altro appuntamento importante è previsto per il 26 settembre: a Roma, Assist, cioè l’Associazione Nazionale Atlete, promuoverà un meeting nazionale dello sport femminile, insieme alle associazioni di calciatori, cestisti, pallavolisti, rugbisti, pallanotisti e allenatori. Qui l’approccio è più «sindacale» e mira in modo diretto a superamento di discriminazioni, anche in relazione alla legge sul professionismo sportivo. Il convegno, il cui programma sarà precisato nei prossimi giorni, darà ad atlete, tecnici, giuristi, avvocati, allenatori, giornalisti e rappresentanti delle istituzioni, una tribuna di confronto per arrivare a proposte da offrire alla politica. L’altra metà del cielo sportivo è dunque in pieno movimento. Guardiamolo con simpatia e rispetto.