La Gazzetta dello Sport

Nibali ritrova la fiducia «Qualcosa di buono posso ancora fare»

L’allenatore Slongo è più sereno. «La caduta di Le Havre ha inciso sulle sue prestazion­i. Ma adesso è un altro Vincenzo, sta tornando ai suoi livelli». Martinelli: «M’aspetto una reazione»

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Mettiamola così: visto che Vincenzo Nibali a certe cose un po’ ci crede, chiudere la tappa numero 13 corsa di venerdì 17 «soltanto» con due forature non è poi un bilancio malvagio. «Non mi era mai capitato e penso che il fattore decisivo sia stato il caldo», dice il 30enne siciliano dell’Astana subito dopo la linea bianca, mentre il fido Michele Pallini è lesto a mettergli una borsa di ghiaccio dietro la nuca. IN RIPRESA Un altro segnale di ripresa, dal campione in carica, è arrivato anche ieri. Nel finale in leggera ascesa si menava di brutto e Vincenzo ha seguito Froome come un’ombra, piazzandos­i 7° in un sandwich «gourmet» tra la maglia gialla (6°) e Alberto Contador (8°). «Mi sento meglio, ma voglio continuare senza pressioni. La classifica generale è molto compromess­a, ma qualcosa di buono da questo Tour si può ancora ottenere». UMORI La cautela del siciliano, sempre 9° a 7’47” da Froome, è comprensib­ile dopo una corsa finora avara di gioie. L’impegnativ­o arrivo di oggi a Mende, in questo senso e in attesa delle Alpi nella terza settimana, ci farà capire qualche cosa di più. Maggiormen­te ottimista è Paolo Slongo, che ieri dopo la tappa ha detto: «Questo è un altro Nibali, sta tornando ai suoi livelli». Aspettando i risultati degli esami del sangue a cui Vincenzo si è sottoposto giovedì mattina, il tecnico trevigiano si sta convincend­o del fatto che «la caduta di Le Havre, a bassa velocità e con diversi atleti finitigli sopra, possa avere influito sulle sue prestazion­i. Prima, se escludiamo la giornata storta in Olanda, non era andato ma- le: nella crono, ad Huy, sul pavé. A parte il dolore alla schiena, ha fatto sì che il bacino non fosse perfettame­nte in asse, e più rigido. Magari non spiega tutto, ma può essere un fattore». ATMOSFERA È chiaro che, in ogni caso, diverse cose in casa Astana andranno chiarite, a bocce ferme. Rapporti interni, gruppi di lavoro, analisi delle prestazion­i di una squadra che, Nibali a parte, qui al Tour non ha convinto. «Le due vere delusioni sono state Boom e Taaramae — concede il d.s. Martinelli —. Vincenzo è arrivato qui con la testa piena di tante cose, la vittoria dello scorso anno forse non l’ha mai metabolizz­ata, aveva un bagalio-extra sulla schiena. Ma mi aspetto una reazione». Ci conta naturalmen­te anche il boss Alexandre Vinokourov, che sogna una vittoria di Nibali sull’Alpe d’Huez sabato prossimo. Tutt’altro che facile. Ma il tempo per raddrizzar­e in qualche modo un Tour nato sbagliato, sulla carta c’è ancora.

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Il massaggiat­ore Michele Pallini subito dopo l’arrivo piazza la borsa del ghiaccio sulla nuca di Vincenzo Nibali

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