Pozzato: «Così non si dovrebbe correre»
Corridori parlano di caldo allucinante. E il vicentino all’arrivo innesca la polemica
«Un caldo così è esagerato» («ridiculously hot » ) , scrive Mark Cavendish facendo vedere una foto delle gambe mentre si sta facendo un bagno nel ghiaccio, a tappa finita da neanche due ore. Filippo Pozzato invece lo dice chiaramente: «Quando fa così caldo bisogna fare una riflessione. Non si può andare in bici, è un discorso da portare avanti a tutela della nostra sa- lute», attacca il 33enne della Lampre-Merida. C’era anche lui in prima linea a febbraio al Tour of Oman, quando la 5a tappa fu annullata: prima la tempesta di sabbia in partenza, poi il caldo estremo (oltre 40°) che faceva sciogliere i tubolari. Così: corridori fermi in mezzo alla strada, Cancellara a muso durissimo contro Eddy Merckx (che per l’Aso, società che organizza anche il Tour, ha portato il grande ciclismo nel Sultanato), accuse e minacce incrociate, e tutti anticipatamente in albergo. Poi ci sono state altre occasioni di meteo estremo, vedi una Gand-Wevelgem da tregenda tra vento fortissimo, pioggia e temperatura sotto zero. L’Uci sta sperimentando un protocollo meteo per condizioni di tempo difficili (forte in
33 ANNI, LAMPRE-MERIDA questo senso la spinta dell’Assocorridori italiana), ma la materia è spinosa: nel corso di una tappa o di una corsa di un giorno, il clima può variare notevolmente. Senza contare che fermare una tappa al Tour of Oman non è la stessa cosa, con tutto il rispetto, di bloccare una giornata di Tour de France… Restano tanti i corridori che ieri hanno parlato di caldo allucinante e da mal di testa, sensazione di svenimento, simile a quello trovato a volte nelle ultime edizioni della Vuelta. E molti la doccia hanno cominciato a farla già all’esterno dei bus con i tubi d’acqua sparati al massimo… «Questo era uno di quei giorni — ribadisce Pozzato — in cui sarebbe stato meglio fare una riflessione. E fermarsi».