«Vado forte perché mi alleno con un uomo»
La Dibaba: «Poche donne mi stanno dietro, così stimolo la mia velocità inseguendo Souleiman»
La conferenza stampa di Genzebe Dibaba è improvvisata, senza microfono, mentre nello stadio esplodono i fuochi d’artificio che chiudono una festa memorabile. L’etiope parla piano, come il traduttore. Non sono certo un risultato o la concitazione del momento, per quanto storico, a cambiare modi di essere radicati nella storia di un popolo. La cosa incredibile è che, a questo meeting, Genzebe non avrebbe nemmeno dovuto partecipare. «Mi hanno invitato dopo che è saltato l’impegno di Stoccolma e dopo Barcellona – racconta –. Sì, stasera le condizioni erano ideali. Già alla vigilia avevo capito che avrei potuto fare il record e al mattino ho avuto la conferma di quella sensazione, ma non avrei di certo immaginato di poter fare un tempo del genere». A vederla sembra che abbia fatto qualcosa di normale. «In realtà non me ne sono resa conto, credo che dovrò parlare con i miei allenatori per capire cosa ho fatto. Di certo però devo ringraziare il pubblico di Montecarlo, mi ha trasmesso una grande energia”. LA COSTRUZIONE Come è stato costruito il record? D’inverno innanzitutto, «Privilegiando il lavoro all’aperto rispetto a quello in sala». E in effetti Genzebe non aveva ancora ottenuto, a livello outdoor, i tempi e gli allori che ha conquistato in sala. E poi «Privilegiando il lavoro sulla resistenza, visto che ho la fortuna di poter fare affidamento su una buona velocità di base». L’etiope racconta di quanto sia importante, per lei, allenarsi con Ayanleh Souleiman. «Ormai non ci sono tante ragazze che riescono a starmi dietro, così trovo più stimolante inseguire un uomo che può andare più forte di me». E poi ci sono i sogni. «Nella mia testa voglio battere tutti i record, dagli 800 ai 5000. Sì, anche quello di mia sorella Tirunesh (14’11”15, 2008, ndr). Per me però a questo punto sono più importanti le medaglie. A Pechino non so ancora se farò la doppietta. Di sicuro correrò i 5000, per i 1500 devo ancora decidere. Ma voglio vincere l’oro, diventare come mia sorella. So quanto sarebbero contenti, la mia famiglia e il mio Paese».