La Gazzetta dello Sport

Ma queste rivolte contro gli immigrati devono allarmarci?

Treviso a Roma si allarga la protesta per i trasferime­nti di profughi. Riesplodon­o le polemiche sui piani di accoglienz­a

- Di GIORGIO DELL’ARTI

1Da dove iniziamo?

Da Roma. Siamo all’estrema periferia Nord della Capitale, precisamen­te a Casale San Nicola, sulla Cassia. Qui abitano circa 400 persone. Col supporto dei neofascist­i di CasaPound, queste 400 persone sono scese in strada per opporsi all’arrivo di un gruppo di rifugiati nel centro di accoglienz­a allestito presso l’ex scuola Socrate. All’inizio si era parlato di un centinaio di migranti, si è poi scoperto che erano solo 19. Tra braccia alzate e tricolori alla mano, la situazione è presto degenerata. I manifestan­ti hanno bloccato la strada per impedire che passasse il pullman con i profughi. Dopo un inutile tentativo di trattativa, la polizia ha caricato per rompere il blocco, ricevendo in cambio un lancio di sassi, sedie e bottiglie. Cassonetti e balle di fieno sono stati dati alle fiamme.amme. Le immagini degli scontrintr­i fanno impression­e soprattutt­otto perché in mezzo si sono trovatiati anziani e donne. Duro il prefettoet­to di Ro-Roma Gabrielli: «Non faremoremo passi indietro. Su Casale Sanan Nicola c’era un bando e una commis-commission­e che ha ritenuto cheche que-questa cooperativ­a avessese i re-requisiti. Se c’è gente chehe non è d’accordo non possiamosi­amo farci nulla».

2Come si è risoltata la faccenda?

Il pullman con a bor-bordo i 19 migranti ha rag-raggiunto l’ex scuola intornorno alle 14. Il bilancio finale è di 14 agenti feriti, due arrestati, una persona denunciata a piede libero e altre 15 identifica­te.

3E invece a Treviso cos’è successo?

Qui la protesta è scoppiata mercoledì , quando la Prefettura ha assegnato a 101 richiedent­i asilo un residence sfitto a Quinto, un piccolo comune in provincia di Treviso. Gli abitanti, supportati­portati dda un gruppo di Forza Nuova, hhanno subito inscenato una rivolta,riv dormendo fuori dalle case.cas Nella notte tra mercoledìc­oledì e giovedìg sono stati appiccatic­ati diversidiv­e roghi fuori dalle palazzine e qualcuno di Forza Nuova si è introdotto dentro un appartamen­toapparta portando via mobili, divani, tv e vestiti destinati ai migranti. «Un bottinono di guerrag da consegnare ai venetivene­t colpiti dalla tromba d’aria»,d’ari lo hanno definito i neofascist­i.neof Dopo due giorni e dudue notti di tensione, ieri pomeriggio­pom i 101 migranti sonoson stati spostati nell’ex casermacas­e “Serena”, vicino Treviso, trasformat­a per l’occasione in un Cara.

4E che cos’è un Cara? Sa che non ho mai capito che differenza c’è tra centri di accoglienz­a, Cie e via dicendo?

In effetti il sistema di accoglienz­a in Italia è complicato, quindi ho bisogno che rimanga concentrat­o. Andando a leggere il sito del ministero degli Interni troviamo: «I cittadini stranieri entrati in modo irregolare in Italia sono accolti nei centri per l’immigrazio­ne dove ricevono assistenza, vengono identifica­ti e trattenuti in vista dell’espulsione oppure, nel caso di richiedent­i protezione internazio­nale, per le procedure di accertamen­to dei relativi requisiti». Semplifica­ndo, le strutture d’accoglienz­a si dividono in: centri di primo soccorso e accoglienz­a (Cpsa) dove i migranti ricevono le prime cure, sono fotosegnal­ati e possono chiedere la protezione internazio­nale; centri di accoglienz­a (Cda), che dovrebbero ospitare gli stranieri solo il tempo necessario per l’accertamen­to sulla regolarità della loro permanenza in Italia; ci sono poi i centri di accoglienz­a per richiedent­i asilo (Cara) e i centri di identifica­zione ed espulsione (Cie), dove finisce chi non fa richiesta di protezione internazio­nale o non ha i requisiti per rimanere da noi. La questione le risulta più chiara ora?

5Direi di sì. Ma chi decide dove vanno a finire tutti questi migranti?

Esiste un piano nazionale d’accoglienz­a datato 10 luglio 2014, concordato insieme alle regioni: prevede la distribuzi­one dei migranti tenendo conto della popolazion­e, del Pil e del numero di persone già ospitate da ciascuna regione. Con l’ondata di nuovi sbarchi degli ultimi mesi e il rifiuto di alcune regioni ad accogliere altre persone il piano è di fatto saltato. Così il ministero dell’Interno a maggio ha inviato una circolare ai vari prefetti chiedendo di mettere a disposizio­ne 7.500 nuovi posti, evidenzian­do l’obbligo per alcune regioni che finora erano “sotto-quota” a rispettare le direttive. Il riferiment­o era a Veneto e Lombardia. La risposta del presidente della Lombardia Roberto Maroni e di quello del Veneto Luca Zaia era stata un secco no, a cui sono seguite accese polemiche. Da allora le posizioni non sono mutate. Per dire, ieri Zaia ha parlato di «africanizz­azione del Veneto». E questo pomeriggio a Quinto di Treviso arriverà Salvini. L’impression­e è che episodi come quelli di ieri si ripeterann­o presto.

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