La Gazzetta dello Sport

Piano Grecia, c’è il sì tedesco E Tsipras cambia nove ministri

Approva gli aiuti: il Paese respira Esclusi dal governo tutti i radicali di Syriza Resta ancora il nodo del taglio del debito

- Filippo Conticello

Può respirare un po’ il fiero popolo greco, così tenace nella sofferenza da aver sciolto pure il cuore di pietra della Cancellier­a: «Immaginiam­o che i pensionati tedeschi stiano in attesa per ore davanti alle banche chiuse per 120 euro alla settimana di pensione. So che ci sono molti dubbi sul fatto che la Grecia possa stare di nuovo sulle sue gambe, ma sarebbe irresponsa­bile non dare una nuova chance», ha detto ieri al Bundestag Angela Merkel, mai così umana. Lì ha strappato un sì decisivo e tutt’altro che scontato: la potente Germania ha accettato, assieme ad altri cinque Parlamenti dell’Eurozona, il terzo salvataggi­o di Atene. E tanto basta per illudere la gente che presto tornerà la primavera. Eppure qualcosa si muove davvero: lunedì le banche riaprirann­o e per il momento verrà evitato un default dalle conseguenz­e imprevedib­ili per un Continen- te intero. Per quel giorno, infatti, arriverann­o i denari freschi del prestito ponte, 7,16 miliardi di euro con cui il governo Tsipras pagherà gli arretrati al Fmi e la rata della Bce in scadenza il 20 luglio. DEBITO In ogni caso, con l’ok di Berlino e la vittoria della Merkel sui tanti falchi che in patria volano ancora sul cadavere greco, può partire ufficialme­nte anche il negoziato con la Troika (Commission­e Ue, Bce ed Fmi) sul nuovo Memorandum. È il documento ponderoso che mette nero su bianco riforme assai dure a cui il governo ellenico si è legato mani e piedi per ottenere questo salvataggi­o da 82-86 miliardi. In gioco la sopravvive­nza di Atene nei prossimi tre turbolenti anni, per questo Tsipras ha cambiato parte della squadra, uscita in frantumi dopo il drammatico Eurosummit di domenica scorsa. Per negoziare servirà meno demagogia e intransige­nza degli ultimi cinque mesi, così nel nuovo esecutivo si contano nove sostituzio­ni fra mini- stri e vice ministri: addio ai duri e puri dell’ala di radicale di Syriza (su tutti, il ministro per l’energia e leader di «Piattaform­a di Sinistra», Panagiotis Lafazanis), mentre i nuovi ingressi sono quasi tutti fedelissim­i del premier. Le trattative, che si svolgerann­o «con procedura accelerata», dureranno da due a quattro settimane e serviranno a «dettagliar­e le riforme macroecono­miche concordate e legate all’assistenza finanziari­a del fondo salva-Stati». Tradotto: Tsipras ha le mani legate a pesanti catene e dovrebbe concordare qualsiasi mossa autonoma con l’odiata Troika che sta per tornare a piantare le tende ad Atene. Sullo sfondo ma ben visibile, resta il nodo del debito gigantesco, un argomento che sarebbe ancora sul tavolo secondo il vicepresid­ente della Commission­e, Valdis Dombrovski­s. Se il direttore generale del Fondo Monetario Christine Lagarde insiste per un «alleggerim­ento del fardello», su questo tema la Merkel è molto meno umana.

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REUTERS La cancellier­a tedesca Angela Merkel si prepara a votare al Bundestag l’ok al piano di salvataggi­o della Grecia

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