Marines uccisi L’Isis festeggia e non rivendica
Mohammod Youssuf Abdulazeez, l’attentatore che giovedì ha ucciso quattro marines a Chattanooga, in Tennessee, non era nel radar delle autorità federali, ma nei giorni immediatamente precedenti la tragedia aveva preannunciato in un blog (dove inneggiava alla Jihad) quel che stava per compiere. L’Fbi però non ha riscontrato alcun legame tra il giovane musulmano e gruppi terroristici internazionali, anche se fonti dell’antiterrorismo stanno indagando su un viaggio del giovane in Giordania l’anno scorso e su una possibile tappa nello Yemen. Ad avvalorare la tesi che Abdulazeez abbia agito in totale autonomia anche il fatto che l’Isis non ha ancora rivendicato l’attacco omicida. Il sedicente Stato islamico ha comunque festeggiato l’uccisione dei 4 marines, postando immagini e commenti. Il procuratore federale Bill Killian ha parlato di un’azione di «terrorismo domestico» e l’Fbi sta cercando di capire il movente: «Siamo ancora all’inizio dell’inchiesta». Abdulazeez non sembra dunque aver agito seguendo le folli indicazioni omicide dell’Isis. Era nato in Kuwait e arrivato in Usa ancora bambino, portato dalla famiglia subito dopo l’inizio della Guerra del Golfo. Intanto ieri l’Isis ha dato nuovo sfoggio delle sue macabre prodezze. Un bambino reclutato dallo Stato islamico ha decapitato un soldato dell’esercito siriano: si tratta della prima decapitazione documentata compiuta da un bambino. L’esecuzione, avvenuta nella provincia di Homs, è infatti stata ripresa in un filmato in cui si vede un bambino in tuta mimetica, dall’età apparente di 10 anni, che tiene in mano una testa umana (appartenente a un soldato siriano) e un coltello insanguinato.