Beato tra le donne Pioniere Minisini: l’altra metà del sincronizzato
Cominciato a 6 anni, si allena 10 ore al giorno Primo italiano in uno sport da sempre femminile Un’attrazione dei Mondiali di Kazan: «È solo l’inizio»
Beato tra le donne: «Ma che fatica nuotare al loro fianco». Giorgio Minisini è la faccia della rivoluzione in acqua: la parità, è raggiunta, stavolta al contrario. La prossima settimana ai Mondiali di nuoto, il sincronetto gareggerà alternandosi nel Duo di fresca introduzione, prima con Mariangela Perrupato e poi con Manila Flamini. Due volte in acqua per il programma libero e tecnico del misto. Giorgio sa- rà una della attrazioni della rassegna iridata, non foss’altro perché prima di altri ragazzi ha scelto di calarsi nella parte. Quando nessuno avrebbe potuto credere negli uomini che «danzano» in acqua con le donne, Giorgio invece silenziosamente ha continuato la solitaria vita del sincronetto.
NORMALITÀ ma syncro , rimase stregato. Oltre i pregiudizi, vale la naturalezza con cui si sta preparando ai Mondiali questo romano di Ladispoli: «Io sono più forte fisicamente, le compagne sono due miti per me». C’è chi parla addirittura di possibile medaglia, Giorgio non sta nella pelle: «Sono entusiasta di poter fare quest’esperienza: la medaglia? Siamo determinati». Il resto verrà da sé e proprio l’irruzione degli uomini nel sincro sembra l’inizio di una svolta epocale che cambierà l’essenza della disciplina: obiettivo, i Giochi. SORRISI E FATICA Dietro quelle performance piene di gestualità, trucchi, colori e sorrisi, c’è una metodica, difficilissima preparazione quotidiana. Tra le otto e le dieci ore in acqua. Giorgio è nato nel 1996 e ha cominciato a 6 anni. La prima allenatrice è stata la mamma Susanna De Angelis, ex sincronizzata (ora l’allenatrice). È doppio figlio d’arte: papà Roberto è giudice internazionale sincronizzato. Dal 2009 Minisini partecipa ai campionati italiani di categoria e un anno fa ha conquistato il terzo posto nel libero combinato con il suo club, l’Olgiata. Da singolista ha anche ottenuto un podio agli Open Usa di Henderson (vicino Las Vegas) dove ha conosciuto e s’è confrontato con May. «È una leggenda, mi ha fatto capire l’importanza di lavorare su debolezze, scioltezza e allungo, mi ha dato tanti consigli tecnici come usare le braccia, il corpo sui liberi. Lui è molto pignolo al punto da farmi ripetere lo stesso movimento 50 volte. Non si preoccupava che fossi viola in faccia: stavo morendo...». Poi c’è il fattore uomini e una grazia naturale forse impossibile da mostrare: «Spesso si parla senza vedere come funziona. È stata una vittoria per tutto l’ambiente, siamo tutti contenti e questo è solo l’inizio di una nova fase. Dobbiamo aumentare il numero degli uomini, cavalcare l’occasione mondiale. Farci conoscere per quello che siamo: atleti. L’idea del sincronetto gay è quanto di più sbagliato: io ho pure una fidanzata». Anche il fratello Marco, due anni più grande, si era avvicinato al nuoto sincronizzato ma poi ha scelto la pallanuoto. Giorgio, invece, oltre al sincro ha praticato il taekwondo. Ha vinto i pregiudizi a scuola, ha superato i risolini e ora nuota come se fosse uno di loro, delle sincronette. Per preparare una sorpresa mondiale.