La Gazzetta dello Sport

Volley, il mito Kiraly guida gli Usa contro la Cina

1Il tre volte olimpionic­o su GazzettaTv guida gli Stati Uniti nel remake della finale mondiale con la Cina

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La leggenda racconta che la sua carriera da allenatore sia iniziata una sera a tavola. In famiglia. Tornato a casa la moglie Kory lo accoglie con un «Ciao coach». E lui - stupito - chiede di cosa sta parlando. La signora Kiraly gli spiega che la squadra del figlio è rovinosame­nte ultima in classifica senza vittorie e che è necessario fare qualcosa. Lui la settimana dopo è in palestra e la squadra vince il primo set. Dalla stagione successiva arrivano le prime vittorie. Il 12 ottobre scorso quel papà premuroso è diventato anche campione del mondo con la Nazionale americana femminile, sotto il cielo di Assago. UNGHERIA La sua storia era iniziata con il papà Laszlo, che fugge dall’Ungheria nascosto in un camion di cocomeri in cerca di libertà. Dall’Europa Laszlo Kiraly porta anche una grande passione per la pallavolo (aveva giocato nella Nazionale jr) e in qualche maniera la trasmette al figlio che allena giovanissi­mo in California, dove il suo viaggio alla ricerca di una nuova vita (dalla fuga del regime Sovietico) si conclude e dove Charles (detto Karch) nasce nel 1960. C’era anche Laszlo in tribuna a Milano a vedere il figlio conquista- re l’ennesimo record di una carriera difficilme­nte eguagliabi­le. E oggi sarà possibile vederne il protagonis­ta in diretta su Gazzetta Tv alle 13.30 nell’ultima partita del girone di qualificaz­ione del Grand Prix. FINALE In un match che è la riedizione della finale mondiale, Cina contro Stati Uniti e che sarà anche una delle partite più belle delle finali di Omaha della prossima settimana, anch’esse trasmesse sul Canale 59. Mentre Karch Kiraly sta costruendo la terza parte del suo cammino: vincere l’oro olimpico da allenatore, dopo essere stato il primo a conquistar­ne due come giocatore indoor (1984 e 1988) e uno sulla sabbia (1996). Oltre ad aver infilato 148 successi nei tornei di beach ed essere riuscito a conquistar­e lo scudetto italiano con il Messaggero Ravenna nel 1991. L’anno successivo ha fatto in tempo a conquistar­e anche la Coppa Campioni, sempre in coppia con l’amico Steve Timmons che ha spiegato l’origine di uno dei soprannomi più famosi affibbiati a Kiraly: The Computer. «Non mi ricordo quando in Nazionale (quella che si andava ad allenare sulle Montagne Rocciose, ndr) gli abbiamo messo quel so- prannome, ma se lo chiedete a lui certamente ve lo saprà dire. Per questo che lo abbiamo soprannomi­nato The Computer». «Per essere il migliore - ha detto una volta Kiraly, che è stato eletto nel 2001 come il miglior giocatore del secolo assieme a Bernardi – devi seguire 4 regole: credere, pianificar­e, perseguire e attaccare. Credere in se stessi e nei propri progetti, organizzar­e un piano, predisporr­e la realizzazi­one del piano, e ‘aggredire’ il lavoro cercando il risultato». Facile da dire, come sembrava facile il volley vedendo giocare Kiraly. Per chi voglia provare a rubargli qualche segreto (fra cui l’umiltà), nella sua nuova carriera l’appuntamen­to è all’ora di pranzo su Gazzetta Tv. La leggenda ha ancora fame…

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TARANTINI
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Karch Kiraly, 54, nelle sue tre dimensioni: indoor, beach e coach

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