La Gazzetta dello Sport

Volata torrida al Tour Vince Van Avermaet Sagan è ancora secondo

1A livello strada la temperatur­a tocca i 61 gradi. Poi Van Avermaet piega lo slovacco che se la prende con se stesso: «Ho fatto troppi errori, chiedo scusa alla squadra»

- Luca Gialanella INVIATO A RODEZ (FRANCIA)

Nelle tasche della maglia, Nibali ha trovato pezzetti di riso molto freddo al burro di cocco, con frutta secca e uvetta, invece di panini e crostatine. Bisogna pur mangiare ogni tre quarti d’ora, anche se dall’asfalto arriva un ventilator­e di aria bollente: a livello-strada, 61 gradi al km 100 nella pianura secca a est di Albi. E nel sacchetto del rifornimen­to ecco calze da donna riempite di ghiaccio, da mettere sul collo per abbassare la temperatur­a. CHE BEVUTE Giornata bollente al Tour, a sud del Massiccio Centrale. Tra 39 e 41° rilevati dai computer sulle bici. E le borracce? Dodici a testa, ogni corridore ha bevuto 7 litri: 4 di acqua, 1,5 di sali e altrettant­o di maltodestr­ine (carboidrat­i ad alto indice glicemico: energia immediata). Moltiplica­to per i 175 in gara, vuol dire 2100 borracce e 1300 litri. Quasi due chili di peso persi. E magari stamattina un esame delle urine, fatto dai medici delle squadre, per vedere se il corpo è ancora disidratat­o. Giovedì a Plateau de Beille si è passati da 36 gradi in pianura a 9 in vetta, sotto la pioggia. E oggi, nelle ultime due ore della difficile tappa di Mende, il gruppo troverà temporali. Anche questo è ciclismo. ERRORI Ieri Rodez, non lontano da Cap Decouverte, dove Armstrong rischiò la disidrataz­ione nella crono del Tour 2003. Sono le zone dei Catari o Albigesi, dal nome della città di Albi: i cristiani eretici, contro i quali Papa Innocenzo III scagliò nel 1208 la prima crociata della storia contro dei cristiani. Zone di sofferenza, dunque. Come quella di Jean Christophe Peraud, 2° al Tour 2014 alle spalle di Nibali, che per sua distrazion­e è volato al km 134: si è girato indietro e ha toccato la ruota di un altro corridore a quasi 65 all’ora. Come quella di Peter Sagan, anche se più morale che fisica. Rodez è un arrivo perfetto per lo slovacco, 570 metri al 9,6%. E la Tinkoff-Saxo si mette pancia a terra non solo per proteggere Contador nel difficile finale (ed evitare buchi) ma anche per aiutare Peter a cancellare una maledizion­e. Non vince al Tour dal 5 luglio 2013, tappa di Albi, qui vicino. E invece il funambolo sbaglia tutto negli ultimi 500 metri e non riesce più a rimontare il belga Greg Van Avermaet. PAROLE Le cifre, davvero, valgono più di ogni altro commento: tre tappe nel 2012, 1 nel 2013, e da allora 15 secondi posti, 6 volte terzo, 6 volte quarto e due volte quinto. Le tre maglie verdi consecutiv­e della classifica a punti non possono essere certo sufficient­i a consolarlo. Ma l’errore principale Sagan lo commette nella curva a sinistra ai 150 metri: cerca di infilarsi all’interno, ma Van Avermaet chiude e addio. Stavolta non ride, come talvolta gli capita quando lo batte un velocista puro. Anzi. «La corsa l’ho persa io. Ho sbagliato, è colpa mia. E mi dispiace perché la squadra ha lavorato tanto per me. Ho aspettato trop- po a partire». Al primo microfono: «Sono molto triste». Al secondo: «Sono molto arrabbiato, non dispiaciut­o». Al terzo: «Sono incazzato nero. Non mi piace perdere così. Ho commesso troppi errori». W LA BMC Continua il momento d’oro della Bmc, alla terza vittoria dopo la crono d’apertura di Dennis e la cronosquad­re. Greg Van Avermaet, 30 anni, è un bel cacciatore di classiche: 1° alla ParigiTour­s 2011 davanti a Marcato, sul pavé di Orvieto della Tirreno-Adriatico 2015 ha battuto proprio Sagan, Cancellara e Pozzato in un arrivo da Nord. Molto spesso anche lui secondo? Sentite che cosa risponde: «E’ vero, io e Sagan abbiamo lo stesso problema. Ma bisogna avere un grande rispetto per chi come lui è sempre piazzato. Il ciclismo deve essere orgoglioso di avere corridori che lottano tutti i giorni». SALITA JA-JA Il caldo sfianca anche la maglia gialla Chris Froome: «Quando ci sono 40 gradi, è difficile correre. Ogni 10-15 minuti si andava a prendere l’acqua, credo che queste temperatur­e resteranno nelle gambe, ne ho visti tanti molto affaticati. Gli ultimi 40 chilometri, tra velocità e temperatur­e, sono stati pazzi». Oggi si arriva a Mende, dove Jalabert compì un’impresapre­sa nel 1995, nel giorno della festa na-nazionale: 3 chilometri all 10% di pendenza media, poi 1500500 me-metri in falsopiano e arrivovo sulla pista dell’aeroporto. «Mi aspetto attacchi da partearte degli uomini di classifi-fica», dice il leader di Sky.y.y È l’ultima tappa duraa prima delle Alpi. Il nome del punto chia-ave? Salita della Croce Nuova. Vedremoo chi si ritroverà oggi con le gambe in cro-oce.

RIl vincitore salva Peter: «È uno che lotta tutti i giorni, bisogna avere rispetto per lui»

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 ?? BETTINI/ GETTY IMAGES ?? La vittoria di Greg Van Avermaet su Peter Sagan e, sotto, la maglia gialla Chris Froome
BETTINI/ GETTY IMAGES La vittoria di Greg Van Avermaet su Peter Sagan e, sotto, la maglia gialla Chris Froome
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