Pistorius, carcere di lusso Supervilla per i domiciliari
Oscar fuori per buona condotta. Il pm non ci sta. Esplode la rabbia sui social
Notte fonda. Rumori sospetti. E l’istinto di sopravvivenza che prevale su tutto. Questa la versione dei fatti a cui il giudice Thokozile Masipa ha creduto. Era il 14 febbraio 2013 quando Oscar Pistorius, campione paralimpico, colpiva a morte la fidanzata Reeva Steenkamp sparando quattro volte con la sua calibro 9. A distanza di due anni e mezzo dall’omicidio della modella ecco però lo shock, sia pure previsto: dopo 10 mesi in cella di isolamento (il sudafricano è nel carcere Kgosi Mampuru II di Pretoria dal 21 ottobre), l’ex atleta potrà beneficiare degli arresti domiciliari. «Dieci mesi sono troppo pochi — ha gridato June, mamma della 30enne brutalmente uccisa —. Ciò che ha fatto a mia figlia è disgustoso: non lo si può far rientrare in società così in fretta!». QUASI UNA VACANZA Da rivalutare il concetto di pena. Blade Runner, soprannome del sudafricano, potrà infatti godersi un vero e proprio paradiso terrestre: la villa dello zio ha 27 stanze, un cinema privato, un ampio giardino e una piscina. Questa mini reggia gli è nota: vi aveva soggiornato dal giorno dell’omicidio all’incarcerazione. Alla luce di tutto ciò il dissenso cresce, sul web in particolare, dove la decisione è ritenuta inammissibile soprattutto dalla quota rosa dei social.
QUESTIONE DI NUMERI È l’ordinamento penale sudafricano a Lindsey Vonn ieri ha twittato la foto della caviglia fratturata in allenamento in Nuova Zelanda prevedere, per condanne inferiori ai 5 anni, la possibilità di terminare la pena ai domiciliari in caso di buona condotta dopo aver scontato almeno 1/10 della condanna. Per Oscar, che ha passato 10 mesi su 60 dietro le sbarre, si può operare il trattamento di favore (rimangono 4 anni e 2 mesi). Non resta che aspettare novembre, quando, al processo d’appello, Gerrie Nel, pm del caso, proverà a convertire l’accusa in omicidio volontario: la pena minima si alzerebbe a 15 anni.