Dalla graticola alla griglia: in tre mesi è cambiato tutto
Personalità di Mihajlovic e gli investimenti di Berlusconi hanno fatto dimenticare gli stenti e messo il turbo all’ambiente
Dalla graticola (di Pippo) alla griglia (di Sinisa). Che è poi la stessa cosa, solo che nel primo caso scotta molto di più e rischia di lasciare ustioni permanenti. Sono passati poco meno di tre mesi dall’ultima di Inzaghi alla guida del Milan, ma sembra trascorso un secolo. In fondo questo Milan sta vivendo esattamente ciò che aveva vissuto il primissimo Milan di Pippo: vittoria convincente sulla Lazio alla prima di campionato, entusiasmo da vendere. Solo che alla fine l’uomo giusto al posto giusto – Galliani copyright – si è trovato nella situazione più sbagliata che c’era: lui senza esperienza, la squadra senza la qualità necessaria per raggiungere il podio chiesto dal club. Le ultime settimane sono state un’agonia, con Pippo che ha sperato fino all’ultimo di restare in sella e un presidente che in cuor suo aveva già deciso di silurarlo da tempo. «Se non l’ho esonerato prima è stato solo per affetto e riconoscenza», ha detto Berlusconi il giorno del raduno. Confermato per compassione: brutta roba. QUANTA GENTE Quando è saltato fuori il nome di Mihajlovic, sono stati tanti i tifosi a storcere il naso. Trascorsi interisti, e quella frase («Piuttosto che allenare il Milan morirei di fame » ) detta cinque anni fa. Adesso si può dire che sono tutti con lui. Essenzialmente perché la gente rossonera ha apprezzato molto il modo in cui Sinisa ha messo sotto torchio la squadra. La vittoria sul Perugia ha convinto pure i più scettici: finalmente si è visto anche il gioco. Poco meno di tre mesi, dunque. Dall’ultima dello scorso campionato a Bergamo, a questi