La Gazzetta dello Sport

Coppia dell’acido Per i giudici Martina potrà vedere il figlio

Levato dal piccolo una volta al giorno Ma viene aperta la procedura per l’adozione

- Elisabetta Esposito

Martina ha potuto finalmente vedere il suo Achille. I giudici del tribunale per minorenni di Milano hanno stabilito ieri che la Levato, in carcere per l’aggression­e con l’acido commessa insieme al compagno Alexander Boettcher, può far visita una volta al giorno al bambino avuto nella notte tra sabato e domenica alla clinica Mangiagall­i di Milano. Il piccolo le era stato sottratto ancora prima che lei si svegliasse dall’anestesia per il cesareo secondo quanto disposto dalla Procura per i minorenni. «Sono disperata, mi hanno tolto tutto», aveva detto nei giorni scorsi. Ieri è arrivata la notizia più attesa e lei non ha perso tempo.È subito corsa ad abbracciar­e per la prima volta il suo bambino. Gli incontri tra Martina e Achille dovranno comunque essere brevi, alla presenza di operatori sanitari e senza la possibilit­à di poterlo allattare. Quando sarà dimessa, la 24enne bocconiana non tornerà dunque al carcere di San Vittore ma verrà portata insieme al neonato all’Icam, l’istituto per detenute madri con figli, come stabilito dal gip di Milano su richiesta del pm Marcello Musso. «Siamo felicissim­i, è un provvedime­nto equilibrat­o e motivato. Ora metteremo in campo tutte le nostre competenze nell’iter per l’adozione», hanno commentato i genitori di Martina tramite il loro legale dopo aver appreso la notizia. I magistrati hanno previsto anche per loro la possibilit­à di vedere il bambino in alcuni orari della giorna

ta.

LA LETTERA Con il provvedime­nto di ieri i giudici hanno infatti confermato l’apertura della procedura di adottabili­tà del piccolo Achille, come richiesto nei giorni scorsi dal pm dei minori Annamaria Fiorillo. Al momento si sono costituiti solo i nonni materni, anche perché Boettcher non ha ancora potuto riconoscer­e il bambino per una serie di problemi burocratic­i legati al mancato arrivo nel carcere di un messo comunale che possa perfeziona­re la procedura. Proprio ieri il ragazzo ha chiesto di risolvere il problema inviando una lettera tramite il suo avvocato al Garante dei detenuti e al sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Quando tutto sarà a posto anche i nonni paterni potranno richiedere l’adozione del piccolo. Al momento il bambino è stato temporanea­mente affidato al Comune di Milano con la nomina di un tutore: la potestà genitorial­e di Martina e Alexander resta infatti sospesa con la pena accessoria che ha accompagna­to la sentenza di condanna a 14 anni di carcere per aver sfregiato con l’acido Pietro Barbini.

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Martina Levato, 24 anni, con il pancione durante un’udienza del processo

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