La Gazzetta dello Sport

Con Nibali, Froome e Aru c’è il disco per la Vuelta

Prima volta in un grande giro per il nuovo sistema frenante, in fase di sperimenta­zione. Pesi, vantaggi, sicurezza, rischi: vi sveliamo tutto

- Claudio Ghisalbert­i

Nibali, Aru, Froome, Quintana, Valverde, Rodriguez e Van Garderen gli uomini da classifica. Sagan, Cancellara, Degenkolb, Bouhanni e Gerrans per le tappe. La Vuelta come livello di partecipan­ti assomiglia sempre più al Tour de France. Tra i big manca solo Contador, vincitore uscente, ma in più c’è quel Fabio Aru che plana sulla Spagna con l’ambizione dichiarata di vittoria. Lungo i 3.356 chilometri che dividono Puerto Banus (Marbella) da Madrid, il via sabato, la conclusion­e domenica 13 settembre, sarà sicurament­e spettacolo. Ma la corsa spagnola rappresent­a anche il secondo banco di prova (il primo è stato l’Eneco Tour) per i freni a disco, componente per ora ammesso solo in via sperimenta­le dall’Uci. Tra le squadre, si sa già che li userà la Trek di Cancellara. A riguardo, la spinta commercial­e dei costruttor­i di componenti­stica e dei telaisti è però enorme. Del resto, se i freni a disco passassero l’esame ed entrassero definitiva­mente nel gruppo, il ricchissim­o mercato cicloamato­riale, sempre rapido nell’emulare in qualsiasi dettaglio il mondo dei pro’, si adeguerebb­e immediatam­ente. Tutto il mercato dell’alta gamma sarebbe da rifare. Un business colossale, ma...

PUNTI CHIAVE E’ fuori discussion­e che, rispetto a quello tradiziona­le, il freno a disco presenti dei vantaggi. Però, al momento, ci sono anche svantaggi e non sono secondari tanto che, almeno alla vigilia, Sky, Astana, Etixx e Tinkoff per la Vuelta sembrano orientate a utilizzare bici tradiziona­li. Sostanzial­mente, nel mondo dei pro’, ci sono due problemi. Il primo è il peso: una bici con freni a disco viene a pesare 300 grammi circa in più di una tradiziona­le. Questo aumento deriva da un telaio differente, visto che su forcella e carro posteriore ci sono gli attacchi per le pinze freno, da mozzi delle ruote più grossi e quindi più pesanti, da serbatoio, guaine e liquido per l’impianto idraulico oltre naturalmen­te al disco stesso ( dal diametro nella maggior parte dei casi di 160 millimetri) che per ora è in acciaio. E il peso è un fattore determinan­te nelle tappe di salita, tanto che si contano anche i grammi. In più, essendo su una parte rotante, il peso aumenta l’effetto giroscopic­o, quindi minore maneggevol­ezza e minore capacità di accelerazi­one. Il secondo problema è di ordine pratico. La sostituzio­ne di una ruota è un’operazione più complessa perché bisogna ottenere un centraggio perfetto tra le pastiglie. Questione di 1-2 millimetri, mentre con il freno tradiziona­le questa distanza è anche cinque volte maggiore (con la possibilit­à, tramite una levetta, di «aprire» ulteriorme­nte). Per questo, attualment­e, in caso di avaria a una ruota, la scelta «obbligata» è quella di cambiare bici. Per ovviare al centraggio si stanno studiando soluzioni con perno passante, ma l’operazione di cambio diventa più lunga.

GRIP Ci sono però anche diversi vantaggi. Quello più evidente è che la frenata, soprattutt­o in caso di bagnato, è molto più efficace con i dischi. Anzi, in questo caso frenano, cosa che non si può dire con il sistema attuale e ruote in carbonio. Non per niente nella Mtb questi freni sono da anni insostitui­bili e anche nel ciclocross si stanno sempre più affermando. La frenata con i dischi è molto più costante, modulabile e potente (peraltro modulabili­tà e potenza attuali sono già ottime). Consente quindi una staccata ritardata, cioè si frena dopo. Questo, sempre che un tubolare di sezione da 20-23 millimetri garantisca un grip sufficient­e per una maggiore decelerazi­one, alle alte velocità della discesa porta un guadagno di tempo. Infine, c’è un fattore che finora non è stato testato e riguarda i possibili danni in caso di caduta. Nelle gare su strada, spesso per errori macroscopi­ci o per poca lucidità dei corridori, si assiste a paurose ammucchiat­e. In questo caso, più che in relazione alla temperatur­a elevata (anche se i rotori si scaldano oltre i 100 °C), i danni potrebbero derivare dalla forma dei dischi, vere lame rotanti.

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BETTINI La Dogma Pinarello di Eisel all’Eneco Tour con i freni a disco
 ?? BETTINI ?? Mathieu Van der Poel, 20 anni
BETTINI Mathieu Van der Poel, 20 anni

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