Federer contro Djokovic, fantasia oppure solidità?
Sfida più attesa, lo svizzero favorito perché non è mai stato così fluido
Djokovic-Federer era la finale più probabile, fra il numero 1 e il 2 del mondo, e la più attesa, dopo le sberle che, nel « warm up » degli Us Open, nel caldo-umido di Cincinnati, il Magnifico ha rifilato al campione di gomma. Soprattutto per verificare ancora una volta se classe e fantasia possono ancora vincere solidità psico-fisica, e se il tennis, come gridano fra le donne le over 30 Pennetta e Vin- ci, non ha età, anche ad altissimo livello. Nole, quest’anno ha giocato tutte le finali Slam, vincendone due, Roger, dopo tre anni di digiuno, non è mai stato così vicino allo Slam numero 18, per ritoccare il record maschile, rinnovando la collezione di titoli a Flushing Meadows che s’è interrotta con la quinta conquista consecutiva del 2008.
VIDEOGAME La storia di Federer-Djokovic dice che il confronto fra i due specialisti del cemento è un velocissimo batti e ribatti: vince chi sta meglio quel giorno. «E’ uno shootout, non dobbiamo cambiare il nostro gioco, molto diretto, possiamo tutt’e due contrastare le nostre armi migliori, e i nostri match sono sempre alla pari». Con Roger che è avanti 2120 nei precedenti, grazie al sorpasso in Ohio, recuperando dai tre ko di fila e, soprattutto, dalla cocente delusione della finale di Wimbledon. E l’ultimo Federer, così fluido nei movimenti e pronto a prendere la rete — «il migliore degli ultimi anni, se non il migliore » , secondo il tifoso Wawrinka — è forse leggermente favorito, anche dai 28 set consecutivi che ha vinto (proprio da Djokovic a Wimbledon), sfoderando con 80 turni di servizio tenuti su 82 (ha ceduto solo a Kohlschreiber) la battuta dei giorni belli («Ho sempre avuto un servizio decente, con varietà, che per me resta la caratteristica fonda- mentale») e una felicità di esserci davvero inedita. Che significa anche grandissima dedizione e risposta: contro Wawrinka ha ottenuto il 42% di punti contro la prima e il 50% sulla seconda dell’amico. Con la famosa Sabr, la risposta anticipatissima che fa storcere il naso a Djokovic («Piace tanto a lui, non so quanto piaccia ai suoi avversari») e a coach Becker: «Non è una forma di disprezzo. Davvero John McEnroe ha detto che se lo facessero a lui gli suonerebbe come un insulto? Okay. Finché le regole me lo permettono cercherò di avvantaggiarmene». Benvenuti a Djokovic-Federer 42.