La Gazzetta dello Sport

LE CRISI PARALLELE DI ALLEGRI E MOU

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Questi giorni tumultuosi della Juve somigliano molto a quelli del Chelsea. Mourinho ha più punti di Allegri ma ha giocato più partite, e l’imbarazzo di trovare i campioni d’Inghilterr­a al sedicesimo posto della Premier League è identico a quello che si prova di fronte al misero pareggio raccolto fin qui dalla Juve. Certo, le somiglianz­e finiscono quando si pensa alle cifre spese sul mercato: la partita della Juve è stata ravvivata dall’ingresso in campo di uno che al Chelsea stava quasi sempre in panchina, mentre i blues hanno comprato qua e là per pareggiare i faraonici transfer di Manchester. Ma i soldi non sono tutto, e in fondo qualche somiglianz­a c’è anche qui: né Juve né Chelsea hanno costruito la squadra come la volevano i tifosi, o come i rispettivi tecnici la pensavano qualche mese fa. Ora subentrera­nno polemiche, scaricabar­ile feroci e un’insistita caccia al colpevole, che fatalmente risulta essere l’allenatore. Allegri da questo punto di vista è avvantaggi­ato, perchè ha vissuto questa situazione più spesso dello speciale Mourinho. I castelli sono crollati: nella stagione scorsa il Chelsea sembrava senza rivali in Inghilterr­a e la Juve allo scudetto aggiungeva una coppa Italia e, nello stupore generale, una finale europea. Ha ricomincia­to come aveva finito, vincendo, e c’è voluto ancora un po’ di tempo per scoprire le crepe sotto il successo in Supercoppa Italiana. Dopo la partita di ieri, la crisi della Juve appare tutt’altro che inspiegabi­le: la Juve non sapeva più com’era perdere, adesso oltre alle lacune tecniche scopre di non avere più certezze e sangue freddo. E’ un problema che va oltre l’addio di Pirlo, Tevez, Vidal, una malattia che bisognerà curare con pazienza: la Juve è regredita tornando all’autunno scorso, quando giocava con paura in Champions League. Adesso gioca con paura anche in Italia. La macchina perfetta si è rotta, le chiacchier­e sono pronte all’uso: Allegri è tornato ad essere l’uomo che ha sempliceme­nte sfruttato il lavoro di Conte e Manchester è già l’ultima spiaggia. E’ un dejà vu, e le parole e il gesto rivolti da Buffon ai tifosi («adesso abbiamo bisogno di voi») lo spiega meglio di ogni disamina tecnica.

Di questo momento di confusione juventina è pronta ad approfitta­re la Roma, che dopo le frettolose critiche del pareggio di Verona ha trovato la marcia giusta. Ha vinto un derby inedito con freddezza e la grinta famelica di chi ha ancora tutto o quasi da guadagnare, la stessa grinta che ha permesso a Babacar di ritrovarsi e confermare la Fiorentina in alta classifica. Chi non ha nulla da perdere alla fine ha voglia di vincere. Chi ha già avuto tutto, farà bene a tentare un esame di coscienza prima di perdere ogni cosa.

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