IL FUTURO SORRIDE ALL’EREDE DI NIBALI
La Grande Bellezza dello sport sta nella capacità di sorprendere. Come ha fatto ieri Fabio Aru conquistando la Vuelta in zona Cesarini, spingendo l’altalena delle emozioni quando sembrava davvero complicato matare quel Toro Rosso di Tom Dumoulin. Dopo quasi 80 ore di sfida e una litania di montagne senza fine, Aru e il coetaneo olandese erano divisi a 6 piccolissimi secondi. Niente.
Sapevamo, speravamo, che Fabio avrebbe attaccato per non lasciare alcunché di intentato, ma non ci aspettavamo che il suo validissimo avversario crollasse, prima lentamente o poi di colpo fino a scendere da tutti i gradini del podio per ritrovarsi soltanto sesto della generale. Fabio Aru ci ha incantato per serenità e acume tattico. E stavolta gli applausi vanno alla regia di Beppe Martinelli (alla sua prima Vuelta vinta dall’ammiraglia) e a tutti i compagni dell’Astana, a cominciare da Mikel Landa, che ha spalleggiato per oltre 50 chilometri la galoppata trionfale del capitano.
A 25 anni, dopo essere già salito (due volte) sul podio del Giro d’Italia, Fabio può godersi oggi l’apoteosi di Madrid. Saliranno con lui Purito Rodriguez e Rafal Majka. Quintana, che paga il suo atavico attendismo, è soltanto quarto. Questo successo può essere considerato come il punto più alto di un atleta sardo (negli sport individuali). Ed è anche il punto di svolta della carriera di Aru. Tra vincere un Grande Giro o arrivarci vicino passa un mare di autostima e di dimensione storica. Fabio lascia il limbo dell’aspirante campione per sedersi al tavolo di chi ha in tasca una Vuelta. A quel tavolo trova praticamente tutti i grandissimi e altri 5 italiani: Conterno, Gimondi, Battaglin, Giovannetti e Nibali.
Già, Nibali era stato l’ultimo dei nostri a conquistare la Vuelta nel 2010. Aveva 25 anni come Aru e veniva dal terzo posto al Giro. Ci sono molte analogie tra Fabio e Vincenzo. Entrambi sono eleganti in bicicletta, sono eccellenti scalatori, ma devono difendersi a cronometro. Entrambi sono attaccanti per natura e sanno leggere perfettamente la corsa. Nibali, dopo aver già vinto Vuelta, Giro e Tour continua ed essere una risorsa straordinaria del nostro sport. Ma ora sappiamo che Fabio Aru, suo compagno nell’Armada Astana, sta percorrendo gli stessi sentieri. E il futuro gli sorride.