Mancio-Miha amici miei. O quasi
Facevano il poliziotto buono e quello cattivo. Ora recitano all’ombra della Scala
Tutto esaurito: attorno, sulle tribune. E loro? Lo sapremo alla fine. Solo alla fine. M&M - Mancini e Mihajlovic - hanno flemma apparente nel parlare ma dentro siamo a livello di fuoco perenne. Fiamma ossidrica. Amici da vent’anni, l’altro che cresce con l’uno e sente giusta riconoscenza, l’uno che lo vedrà al fianco dentro l’arena di San Siro dopo una vita a incrociarsi in qua e in là, l’ultima (e prima in A) nel marzo scorso al Ferraris, Sampdoria-Inter. Mancini e Mihajlovic hanno una storia strascritta ma sempre viva: trovarsi contro nel derby di Milano è come essere attori di teatro e arrivare alla prima alla Scala recitando assieme. Carriera l’hanno fatta, ecco.
I SALTI E FIRENZE Non hanno mai nascosto la propria amicizia. Fra loro, nel contesto, c’è la sostanziale differenza che se Mancini zompasse al grido di «chi non salta rossonero è» non succederebbe il casino esploso con Mihajlovic, ex interista in campo e in panca. «E cosa doveva fare - lo giustifica il Mancio -? E’ allenatore del Milan, lo avrebbe fatto anche da allenatore dell’Inter. Ha un passato nerazzurro, ma è un professionista, è un allenatore, è normale, niente di scandaloso». I due hanno decine di vacanze insieme ma anche avuto una panchina in comune e in due tempi: Firenze, dove Robi iniziò e in cui Sinisa arrivò senza poter contare su Jovetic che si infortunò al ginocchio nel ritiro estivo. Jovetic ora ce l’ha Mancio, e il resto verrà raccontato stasera.
COME «POLIZIOTTI» Il racconto fra i due è lungo. Le vacanze certo, gli amici in comune (Lombardo, Salsano, Marcolin e tanti altri), i beachvolley coi piedi nella sabbia, Porto Cervo, una Bentley a testa ma soprattutto migliaia di ore vissute insieme nel calcio. Gli M&M sono stati compagni nella Sampdoria dal 1994 al 1997, idem nella Lazio dal 1998 al 2000, poi allenatore e giocatore sempre in biancoceleste dal 2002 al 2004, quindi eccoli all’Inter e infine - dal 2006 al 2008 - Mancini sulla panca nerazzurra e Miha vice. I due, insieme, hanno fatto anche la scenetta (reale più che costruita) del buono e del catti- vo, i poliziotti contro chi sgarra. Uno più calmo (Roberto, ma poi fino a un certo punto) e l’altro con la faccia da duro perennemente in mondovisione. Per dire: quando c’erano problemi con qualche giocatore, Mancini inviava Miha per poi intervenire dopo se le cose non si sistemavano con metodi un po’ più bruschi. Il tutto secondo i loro caratteri, in fondo: ecco perché era più realtà che fiction.
PERDERE, TENNIS, PADDLE E GUFATE Mancio e Mihajlovic sono amici fedeli. Il video di Sinisa che esce da Appiano e a un tifoso grida «Chi ha le palle di dire che io sono la spia di Mancini», con sette punti esclamativi, è ancora un must. I due sono tipi pensanti, che se la giocano sempre. Anche a tennis, ma considerando pure che da qualche anno Mancini è diventato un patito pazze- sco del Paddle che gioca a Bologna, vicino all’aeroporto. Chi vince paga è stata la sfida di Sinisa. Mancio ci sta, ma a fare qualcosa di più segreto. «E’ sempre meglio perdere contro un amico che almeno poi è felice, non contro qualcun altro. Ma non domani sera» aggiunge Mancini. «Roberto e Stankovic dicono che siamo noi favoriti e siccome sono miei amici farò di tutto per fargli azzeccare il pronostico - fa Mihajlovic -. Comunque sono contento di rivedere Mancini, è un mio amico da 20 anni e se sono qui è anche grazie a lui che mi ha permesso di fargli da secondo. Sono molto riconoscente nei suoi confronti. Mi auguro di vincere e pagare come ho scritto sulla Gazzetta, quello dei migranti è un problema serio». E alle 23 si vedrà. Pronostico di Mancini chiuso in busta compreso.
Roberto Mancini e Sinisa Mihajlovic in vacanza con Fausto Salsano e Dario Marcolin
All’Inter con Massimo Moratti
Il giovane tecnico Mancini con l’esperto Mihajlovic in campo nella Lazio