Conti in rosso Il rilancio passa dalla Champions
Ai minimi storici per le milanesi Ed entrambi i bilanci viaggiano sui -90
Ifatturati ai minimi storici e i conti in profondo rosso, ma anche un mercato scoppiettante per tornare big. È una stagione da rischiatutto per Inter e Milan: o la va o la spacca, o si torna in Champions o chissà che fine si farà... Il derby si giocherà in questo strano clima, da nobili decadute vogliose di un rilancio. Mai come stavolta i risvolti economici e societari si intrecciano con le vicende di campo. Sulla sponda nerazzurra c’è un azionista di maggioranza che intende il calcio agli antipodi rispetto al suo predecessore ma ha capito quanto sia difficile svoltare dal mecenatismo all’autosufficienza. Sulla sponda rossonera il longevo patron, dopo stagioni di austerity, ha rimesso mano al portafoglio e, parallelamente, si è avventurato in un’operazione di cessione del pacchetto di minoranza dai contorni ancora assai nebulosi. Per entrambi i club il tesoro della Champions è ragione di sopravvivenza.
QUI INTER L’ultimo bilancio disponibile, quello 2013-14, fece registrare un passivo di 102 milioni. L’esercizio 2014-15 chiuderà attorno a -90. Quest’anno le cose andranno nettamente meglio. Basti pensare alla plusvalenza di Kovacic: 23 milioni (ceduto per 30, costo residuo 7), più i 5 milioni di bonus certi e altri 5 da centrare. Il fatturato dovrebbe crescere di 10-12 milioni rispetto ai 170 del 201415, è vero che aumenteranno anche gli stipendi ma gli ammortamenti sono stati ridotti tra cessioni e acquisti in prestito e alcuni costi (tipo Mazzarri) sono stati caricati sulla stagione precedente. La dirigenza è convinta che il vincolo del fair play finanziario (chiudere il 2015-16 con un deficit massimo di 30 milioni) verrà rispettato. Questo significa che la perdita reale (considerando i costi che l’Uefa deduce) dovrebbe essere attorno ai 40 milioni. Un deciso miglioramento. Il mercato condotto praticamente a saldo zero (lo sbilancio è di 5-10 milioni) ha risolto le tensioni di cassa. Insomma, Thohir non deve intervenire, almeno fino a Natale.
QUI MILAN L’ultimo bilancio, al 31 dicembre 2014, ha visto una perdita record di 91 milioni, «drogata» però dai costi straordinari relativi al consolidato fiscale con la controllante. Anche nell’esercizio in corso il rosso sarà consistente, anche perché il fatturato è sceso a 200-210 milioni (i 224 del 2014 beneficiavano ancora di un pezzo di Champions) e gli stipendi sono cresciuti. Inoltre, i benefici fiscali derivanti dal consolidato resteranno congelati finché la capogruppo non produrrà utili a sufficienza. Dopo i 60 milioni elargiti a marzo, Fininvest non ha ancora effettuato ulteriori versamenti: le prime rate per la campagna acquisti sono state pagate con il cash già in cassa. Ma la holding interverrà nelle prossime settimane, dopo l’approvazione della semestrale, che è attesa in forte perdita. E Mr Bee? Chi ci sia dietro non si sa, restano i dubbi sull’ipervalutazione circolata (1 miliardo per il 100%, cioè 1,25 miliardi di enterprise value!) e sul fantomatico piano per moltiplicare i ricavi in Asia. Quel che è certo è che servono soldi per la rinascita del Milan, Berlusconi lo sa benissimo.