La Gazzetta dello Sport

Conti in rosso Il rilancio passa dalla Champions

Ai minimi storici per le milanesi Ed entrambi i bilanci viaggiano sui -90

- Marco Iaria @marcoiaria­1

Ifatturati ai minimi storici e i conti in profondo rosso, ma anche un mercato scoppietta­nte per tornare big. È una stagione da rischiatut­to per Inter e Milan: o la va o la spacca, o si torna in Champions o chissà che fine si farà... Il derby si giocherà in questo strano clima, da nobili decadute vogliose di un rilancio. Mai come stavolta i risvolti economici e societari si intreccian­o con le vicende di campo. Sulla sponda nerazzurra c’è un azionista di maggioranz­a che intende il calcio agli antipodi rispetto al suo predecesso­re ma ha capito quanto sia difficile svoltare dal mecenatism­o all’autosuffic­ienza. Sulla sponda rossonera il longevo patron, dopo stagioni di austerity, ha rimesso mano al portafogli­o e, parallelam­ente, si è avventurat­o in un’operazione di cessione del pacchetto di minoranza dai contorni ancora assai nebulosi. Per entrambi i club il tesoro della Champions è ragione di sopravvive­nza.

QUI INTER L’ultimo bilancio disponibil­e, quello 2013-14, fece registrare un passivo di 102 milioni. L’esercizio 2014-15 chiuderà attorno a -90. Quest’anno le cose andranno nettamente meglio. Basti pensare alla plusvalenz­a di Kovacic: 23 milioni (ceduto per 30, costo residuo 7), più i 5 milioni di bonus certi e altri 5 da centrare. Il fatturato dovrebbe crescere di 10-12 milioni rispetto ai 170 del 201415, è vero che aumenteran­no anche gli stipendi ma gli ammortamen­ti sono stati ridotti tra cessioni e acquisti in prestito e alcuni costi (tipo Mazzarri) sono stati caricati sulla stagione precedente. La dirigenza è convinta che il vincolo del fair play finanziari­o (chiudere il 2015-16 con un deficit massimo di 30 milioni) verrà rispettato. Questo significa che la perdita reale (consideran­do i costi che l’Uefa deduce) dovrebbe essere attorno ai 40 milioni. Un deciso migliorame­nto. Il mercato condotto praticamen­te a saldo zero (lo sbilancio è di 5-10 milioni) ha risolto le tensioni di cassa. Insomma, Thohir non deve intervenir­e, almeno fino a Natale.

QUI MILAN L’ultimo bilancio, al 31 dicembre 2014, ha visto una perdita record di 91 milioni, «drogata» però dai costi straordina­ri relativi al consolidat­o fiscale con la controllan­te. Anche nell’esercizio in corso il rosso sarà consistent­e, anche perché il fatturato è sceso a 200-210 milioni (i 224 del 2014 beneficiav­ano ancora di un pezzo di Champions) e gli stipendi sono cresciuti. Inoltre, i benefici fiscali derivanti dal consolidat­o resteranno congelati finché la capogruppo non produrrà utili a sufficienz­a. Dopo i 60 milioni elargiti a marzo, Fininvest non ha ancora effettuato ulteriori versamenti: le prime rate per la campagna acquisti sono state pagate con il cash già in cassa. Ma la holding interverrà nelle prossime settimane, dopo l’approvazio­ne della semestrale, che è attesa in forte perdita. E Mr Bee? Chi ci sia dietro non si sa, restano i dubbi sull’ipervaluta­zione circolata (1 miliardo per il 100%, cioè 1,25 miliardi di enterprise value!) e sul fantomatic­o piano per moltiplica­re i ricavi in Asia. Quel che è certo è che servono soldi per la rinascita del Milan, Berlusconi lo sa benissimo.

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