«Vietato dire scudetto Pogba? Periodo infelice Nulla da rimproverare»
Tecnico: «Sfortunati, ma a marzo ci saremo. La classifica è brutta, però possiamo crescere. A Roma ci ho messo del mio»
L’imputato è in piedi, con le mani in tasca e lo sguardo un po’ stranito. Massimiliano Allegri si morde il labbro mentre parla con i cronisti. La Juve non si trovava così in basso dal 1962-63, quando dopo tre giornate aveva gli stessi punti di oggi: uno. Meglio di zero, certo, ma il pareggino dello Stadium non basta per nascondere la crisi di gioco e di risultati. Mancano idee chiare, carattere e cattiveria. Regna sovrana la confusione, perché questo sembravano ieri i bianconeri: un gruppo allo sbando senza una guida sicura. I fischi, arrivati già nell’intervallo, spiegano l’umore della piazza juventina: i tifosi non s’arrabbiano perché la Juve pareggia in casa col Chievo, ma perché non vedono l’impegno dei giocato- ri. La squadra sembra scarica, come se avesse già mollato. Buffon per due volte ha chiesto l’aiuto dello Stadium, ma sono loro a dover cambiare marcia.
LE COLPE DI MAX Il primo punto su cui interrogarsi è la condizione fisica: la squadra non corre più come una volta e la sosta non ha aiutato a ritrovare la brillantezza. Di sicuro la preparazione accorciata per la Supercoppa non ha aiutato, con il senno di poi forse era meglio iniziare prima il ritiro. Allegri non è stato in grado di trovare una soluzione alla mancanza di un regista: se Marchisio non c’è o non è in condizione come ieri (in più è uscito dopo un tempo perché infortunato), non c’è nessuno che possa sostituirlo. Alcune scelte di ieri non hanno convinto: il tecnico ha schierato Alex Sandro, che ha distribuito cross, però ha tenuto fuori Mandzukic; ha iniziato con Po-
ALLENATORE JUVENTUS