Linus Belinelli scruta Israele «Tutti atipici e giocano bene»
Un fumetto della celebre rivista «Ma la testa è qui. Il momento è importante»
Imedia israeliani lo cercano, si mettono in fila e attendono con pazienza il loro turno. Per Marco Belinelli è ormai classica routine, sa bene che la comunicazione ha un’importanza fondamentale. Sempre disponibile, dice sì a tutti senza smorfie e senza scomporsi più di tanto nonostante l’accerchiamento. D’altronde i tanti anni nella Nba gli saranno stati molto utili ad entrare in una diversa mentalità, visto che negli States non puoi permetterti di dire «no grazie, non ho voglia di parlare». Lì sì non si fanno storie, chi sgarra paga in dollari. La comunicazione, dicevamo. Il rapporto con i tifosi, i social network: anche Beli è uno dei tanti che in squadra smanettano con gli smartphone. «Sì, mi piace molto usarli: io curo in prima persona instagram e twitter, l’Elisa si occupa soprattutto di facebook», racconta la guardia della Nazionale.
FACCIA L’Elisa (Guarnieri) è la sua p.r. che ieri lo ha coinvolto sul profilo instagram facendogli pubblicare un fumetto. Un ragazzo gli dice: «Sai cosa mi sorprende? Mi sorprende che tu non mi parli mai, mi sorprende che tu non mi chiami mai e io comunque arrivo sempre». Beli tira e fa canestro (”ciuff”) e l’altro continua: «La vita è piena di sorprese». Un fumetto che è piaciuto a più di 5mila persone. Dei like praticamente al buio, visto che dopo averlo visto non è che si abbiano delle idee chiare. «Si tratta di una bella novità», dice (e scrive sui social) Marco senza svelarla ai tifosi che lo seguono. Eccola: sarà protagonista di un fumetto che uscirà sulla rivista «linus», sulla falsariga dei Peanuts: come se fosse Snoopy, in pratica. Una striscia che lo vedrà protagonista assieme a Charlie Brown, Patty e tanti altri, con quella sua faccia sempre un po’ così, impenetrabile, da Pokerface, insomma, che è anche il titolo della sua recente biografia.
GUARDIA AZZURRA
MORALE Oggi è la giornata di Italia-Israele: gli avversari lo vedono come pericolo numero uno. Il secondo tempo della partita con la Spagna, le 7 triple su 9 tentativi sono obiettivamente difficili da dimenticare per tutti. E il video del telecronista americano che si esalta con un «braaavissimo Belinelli» è stato consultato nell’ultima settimana da migliaia di persone. «Basta parlare di Spagna e di altro, adesso c’è solo l’Israele del mio prossimo compagno a Sacramento Casspi - dice -: volevamo arrivare agli ottavi di finale, ci siamo riusciti. Il morale è alto, possiamo fare bene e continuare la nostra strada qui all’Europeo. Lo sappiamo, tutti sono consapevoli che il momento è importante. Ma occhio a parlare di gara semplice, non scherziamo. Gli israeliani giocano bene, tirano poco da tre ma replicano con tanti uno contro uno, sono in pratica tutti esterni. Sento dire che siamo capitati in un tabellone abbordabile: è errato parlare così, a questi livelli nulla è semplice, basta entrare in campo sotto tono e già sei in difficoltà. Contro la Turchia l’abbiamo pagata, ma ora ci siamo». Anche contro l’Islanda, in verità, le cose non è che siano state tutte rose e fiori, anzi. «Vero, ma nel finale c’è stata quella reazione che poi ci ha consentito di battere Spagna e Germania - continua Belinelli -: ci siamo parlati, si è trattato di una chiacchierata utilissima per scendere poi sul parquet più aggressivi. La gara contro la Serbia direi che andrebbe rivista in un’altra situazione, avevamo speso troppo nei giorni precedenti, giocare 5 gare in 6 giorni è durissima». Tra l’altro, lui non c’era, tenuto prudenzialmente a riposo dallo staff medico azzurro. «Sto bene, anche il giorno in più che ci è capitato è stato importante. Ho giocato 2 partite con un dolore muscolare, la fisioterapia mi ha aiutato molto ed eccoci qui», spiega.
VETRATE L’Italia si è allenata allo stadio PierreMauroy di Lilla (che in effetti si trova a 10 chilometri dalla cittadina, a Villeneuve-D’Ascq) solo nel pomeriggio di venerdì. Un impianto maestoso, adattato al basket per l’occasione. «Visto che palestrina?», scherza Marco. «Beh, nella Nba sono abituato a giocare in grandi arene, ma questa devo dire che mi ha fatto proprio un bell’effetto», osserva. Mentre ieri pomeriggio all’Italia e alle altre squadre impegnate oggi negli ottavi è toccato il piccolo palazzetto di Lille denominato SaintSauveur. Allenamento a porte chiuse, con 5 tifosi azzurri a scrutare dalle vetrate i cinque contro cinque degli azzurri che dopo la cena si sono rilassati con la solita dose di social e musica. «Quella degli Anni 70 mi piace tantissimo, la ascolto a volte anche prima delle partite: ecco perché ho messo su instagram la copertina di “70’s Smash Hits”. A proposito, sentitevi pure Ain’t No Sunshine di Bill Withers, fantastica».