Rapida e senza lunghi Casspi è il profeta «Nel deserto per 4 anni» Israele
Il disastro del 2011, punta alle prime otto d’Europa Il leader è l’ala di Sacramento: «Siamo tornati al nostro livello»
«L’ultima volta che ho incontrato Israele non andò bene: quella partita è una motivazione in più per tutti noi»: Danilo Gallinari c’era nel 2011 quando l’Italia e Israele si affrontarono, già eliminate, nell’ultima gara di un Europeo disastroso per tutte e due. Il tempo non è passato invano, oggi si giocano un posto tra le prime otto d’Europa e per la speranza di un’Olimpiade. Hanno percorso due strade diverse, l’Italia che risale la china, Israele che, come dice la sua stella, Omri Casspi, «E’ stato quattro anni nel deserto» per arrivare fin qui, ventunesimo nell’Europeo del 2013, una sola vittoria nelle sette amichevoli disputate in un precampionato, massacrato dai rimbalzi offensivi della Bosnia che l’ha battuta all’overtime nel girone di Montpellier, ma capace di superare Russia, Finlandia e Polonia per presentarsi a Lilla e tentare contro l’Italia quello che le è riuscito una sola volta dal 1983: entrare nelle prime 8 d’Europa.
COME L’ISLANDA Israele è una Islanda 2.0, intensa, rapida, dal gioco atipico, con 5 giocatori in movimento e back door da vecchia scuola. Un’avversaria ca- pace di toglierci il sonno anche se gioca in sette e, storicamente, è poco potente in area, dove oggi, archiviata la parentesi Alex Tyus, c’è il mestierante D’or Fischer. «Siamo migliorati indivualmente e come squadra, siamo pronti per questo Europeo,tornati al livello che meritiamo. Ognuno segue i compagni e tutti seguono il coach e ne sono felice» dice Casspi, evidenziando i problemi che in passato hanno attanagliato il gruppo. Da Gallinari lo dividono 47 giorni di vita in più, 4 centimetri in meno ma carriere e aspettative simili, prima in Europa da giovanissimi già in Eurolega a Milano e al Maccabi, poi nella Nba con un intero Paese orgoglioso di loro alle spalle, anche se poi Danilo è diventato una star e Omri, dopo un inizio molto promettente ai Kings, è finito nel tritacarne, a Cleveland prima che tornasse LeBron, Houston fino al ritorno ai Kings fortemente voluto. «Ci affrontiamo e conosciamo da quando siamo ragazzini, parliamo ogni volta che le nostre squadre si incontrano in America» dice Danilo ricordando che già 10 anni fa fossero uno contro l’altro nell’Under 18 (con Datome, Eliyahu, Ohayon, Kadir).
CHE SFIDA Omri s’è preparato a questa manifestazione lavorando con un guru del perfezionamento dei giocatori, David Thorpe, di cui è adepto anche Gal Mekel, il motore del gioco israeliano: «Con lui sono tornato alle origini, ai fondamentali» dice Casspi. «Israele è un’ottima squadra, la chiave per noi è giocare 40’ senza alti e bassi mentali» dice Gallo («Come mi sento dopo aver giocato 5 partite in 6 giorni? Bene, ma stavo meglio meglio prima di giocarle...» ammette), «La nostra difesa sarà la chiave contro un attacco ad alto numero di possessi che coinvolge tutti i giocatori» dice Casspi. Un’altra grade sfida.