La Gazzetta dello Sport

Infarto stronca Malone leggenda dei Sixers

Moses morto in Virginia a 60 anni: primo a passare dal liceo ai pro’, è stato il miglior rimbalzist­a d’attacco

- Giuseppe Nigro

Ha aperto una strada, e per più di un ventennio ha aperto anche le aree avversarie: il più grande rimbalzist­a offensivo della storia della Nba. Moses Malone è morto ieri a 60 anni a Norfolk, in Virginia. «Sembra per un attacco di cuore», ha detto l’ex compagno a Houston Calvin Murphy, anche lui in zona per un torneo di golf per celebrità: quando non si è presentato sul green, sono andati a cercarlo in albergo. Ma stavolta era volato più in alto del solito. È stato il re del rimbalzo d’attacco, però il suo gioco era anche molto altro. È stato il primo a passare direttamen­te dal liceo al basket pro’ senza fare il college. È stato l’uomo che col suo arrivo a Philadelph­ia nel 1983 ha reso da titolo i Sixers di «Doctor J» Julius Erving e Mo Cheeks, la risposta a Parish e Jabbar che mancava nella corsa all’anello.

NELLA STORIA Quella stagione, la più splendente, l’unica da campione, è solo la copertina di un libro lungo 21 stagioni con nove squadre tra Aba e Nba, chiuse con 20.6 punti e 12.2 rimbalzi di media, uno dei soli quattro giocatori Nba con Jabbar, Chamberlai­n e Hayes a chiudere con almeno 25mila punti (27.409, ottavo ogni epoca) e 15mila rimbalzi (16.212, sesto), specialità di cui per sei stagioni è stato il migliore. Dodici volte All Star, «Big Mo» è stato tre volte miglior giocatore Nba, nel 1979 e nel 1982 a Houston, e poi in quel 1983 in cui fu anche mvp di una finale da 25.8 punti e 18 rimbalzi contro Jabbar, già miglior realizzato­re e rimbalzist­a appena arrivato a Phila. Dove ha spinto la corsa all’anello al celebre grido di «Fo-Fo-Fo» (tre volte “four”, co- Malone nel 2012. Alto 208 cm per 118 kg, oltre a vincere il titolo Nba nel 1983, con i Sixers fu nominato due volte Mvp, nel 1982 e 1983; era stato il migliore anche nel ‘79 con Houston me a pronostica­re 4-0 in ognuna delle tre serie playoff): quasi azzeccato, solo la finale a Est con Milwaukee non finì col cappotto. Ma 4-1...

RIMBALZI A Houston, dove è rimasto sei anni, ha cresciuto Hakeem Olajuwon. A Philadelph­ia, quattro anni, Charles Barkley. A San Antonio, ultima fermata dopo Atlanta, Washington e Milwaukee, David Robinson. Timido, si esprimeva a monosillab­i e parlava con l’etica del lavoro. Piedi veloci, 2.08 eppure compatto, aveva taglia e forza fisica da far valere in area con mani piccole, e dolcissime, che Tom Nissalke, suo allenatore a Utah e poi di nuovo a Houston, faceva allenare con esercizi da pianista. Rapidità, tempismo, tenacia, su cui ha costruito anche l’eccellenza nel rimbalzo in zona d’attacco. L’ha implementa­ta studiando le parabole dei compagni per capire dove sarebbe caduto il tiro, se sbagliato. Ma l’aveva imparata al liceo a Petersburg, dove la palla a quello grosso in mezzo non arrivava mai: andava conquistat­a riprendend­o a rimbalzo i tiri sbagliati dagli altri.

DAL LICEO Era cresciuto con la madre, che quando Moses aveva due anni cacciò il padre al- colista, in una casa di legno, senza bagno e con un buco di un metro nel muro. Nella Bibbia, unico libro a casa, Malone lasciava bigliettin­i con gli obiettivi per il futuro. Un giorno sostituì «diventare il più forte liceale del paese entro il terzo anno» con «diventare il primo liceale a passare direttamen­te profession­ista». E così fu, nel 1974. Tra i tanti college che avanzarono offerte sottobanco (perché proibite) per reclutarlo, scelse chi poteva farlo alla luce del sole: i profession­isti degli Utah Stars in Aba, la lega alternativ­a alla Nba con cui si sarebbe fusa due anni dopo, si presentaro­no con una valigetta e spargendo banconote da 100 dollari su letto. Firmò un contratto a partire da 125mila dollari con un bonus con cui la mamma poteva permetters­i una casa nuova. Ma a Washington la maggiore età scattava a 21 anni, perché i suoi 19 anni bastassero per essere considerat­o adulto dovettero sconfinare in Virginia, dall’altra parte del Potomac. Si fermarono al primo albergo, e firmarono un pezzo di storia. Che Moses ha continuato a scrivere sul campo, per 21 anni.

Nel 1983 insieme a Doctor J, portò i Sixers al titolo. In 21 stagioni ha segnato 27.409 punti

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GETTY Moses Malone schiaccia davanti a Jabbar in gara-1 della finale 1983 contro i Lakers. Philadelph­ia vinse la serie per 4-0
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