La Gazzetta dello Sport

All’improvviso, Balotelli Mario esce a testa alta

Il gol di Guarin, Mihajlovic lo inserisce per Bacca. Lui dribbla, tira, prende un palo: un guerriero, il migliore del Milan. E alla fine sfida la Nord

- G.B. Olivero MILANO

Èuscito dal campo stringendo la sua maglietta rossonera come fosse il vessillo da riportare a casa dopo una battaglia persa con onore. Prima di scendere negli spogliatoi Mario Balotelli l’ha mostrata all’esercito nemico, la curva Nord che l’ha insultato a lungo, e poi avrà già cominciato a memorizzar­e la data della sfida di ritorno. Ieri, forse per la prima volta da quando gioca, Balotelli è stato un guerriero. E da guerriero, a testa alta, è uscito dal campo.

QUALITA’ La sua partita è ini- ziata al 16’ del secondo tempo, poco dopo il gol di Guarin. Mario si è piazzato vicino a Luiz Adriano ma con ampio margine di manovra. Si è mosso spesso sulla trequarti cercando lo spazio per il tiro. Ha toccato molti palloni (26, contro i 29 di Luiz Adriano che è rimasto in campo per tutta la gara), ha subito quattro falli (il rossonero più picchiato), ha fatto tre dribbling ed è rimasto calmo quando Felipe Melo gli ha fatto assaggiare la durezza dei suoi tacchetti con un’entrata che era un messaggio e quando Guarin ha provato a innervosir­lo. Ma al di là dei numeri, sicurament­e positivi, resta la qualità. Resta il palo colpito da lontano dopo un dribbling stretto, resta la punizione calciata quasi dalla nuova fermata della metropolit­ana in zona stadio e diretta all’angolino (bravo Handanovic a deviare in angolo), restano i cross da fermo sempre precisi e insidiosi. La facilità di calcio di Mario è un’arma preziosa, ancor di più se si considera che il Milan è la squadra di Serie A che tira meno nello specchio della porta: appena sette volte in tre giornate. Un dato su cui Mihajlovic dovrà riflettere: sarà banale, ma se non si tira in porta è difficile segnare e vincere. Balotelli adesso deve lavorare per far crescere la sua condizione. Ieri l’adrenalina della grande sfida l’ha probabilme­nte spinto oltre i propri limiti attuali: «Mario deve continuare così, si sta comportand­o e allenando bene, ma non posso giudicarlo per uno spezzone di partita», dice il tecnico.

IL DUBBIO E chissà cosa sarebbe successo se Mihajlovic avesse schierato Balotelli insieme a Bacca e Luiz Adriano e non al posto del colombiano. Bacca aveva giocato un ottimo primo tempo, poi era un po’ calato come tutto il Milan ma riusciva a tenere in apprension­e la difesa nerazzurra. Honda, invece, è stato negativo per tutta la partita. Mihajlovic, però, ha preferito lasciare in campo il giapponese (poi sostituito da Cerci nel finale) e sacrificar­e Bacca che non aveva certo la faccia felice al momento del cambio. «Bacca era uno dei giocatori che aveva fatto meno bene - spiega Mihajlovic, palesement­e infastidit­o dalle legittime domande sull’argomento al punto da rispondere malamente in tv a una giornalist­a di Mediaset («Io faccio l’allenatore, lei la presentatr­ice»)-. E non ho pensato al tridente perché mancava ancora molto tempo alla fine e non volevo perdere equilibrio». Ha perso il derby, invece, e il risultato è oggettivam­ente ingiusto per il Milan e per Balotelli, il guerriero ritrovato. Si spera definitiva­mente.

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REUTERS Mario Balotelli, 25 anni, esce dal campo stringendo la maglia rossonera e mostrandol­a alla curva interista, che lo fischia
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