Marchisio è fuori Ma senza regista la Signora non gira
Di tutti quelli che potevano infortunarsi, Marchisio era l’ultimo che Allegri si sarebbe augurato. E invece questa Juve un po’ così — senza gioco nè leader — va a Manchester, contro la più forte del gruppo, senza il suo unico play. Colpa di un guaio muscolare all’adduttore della coscia destra che potrebbe fermarlo anche un mese (oggi sapremo). Siamo al paradosso della settimana decisiva già a settembre: nè con il City nè con il Genoa si può fallire. O sarà crisi.
EMERGENZA Il problema è che Allegri in queste ore non può permettersi di studiare il futuro: deve, semplicemente, gestire l’emergenza del presente. La legge di Murphy, cioè quella del peggio possibile, lo obbliga a confrontarsi con i padroni della Premier (15 punti su 15, zero gol subiti), contro i quali in tempi normali si poteva anche perdere senza drammi. Ma il bonus è già esaurito e ora ci sono mille dubbi su formazione e modulo, per non dire condizione fisica.
3-5-2 USATO SICURO? L’amato 4-3-1-2 non sembra proponibile perché manca un tassello fondamentale, il «10»: l’Hernanes visto con il Chievo probabilmente non reggerebbe ritmi inglesi, non c’è il Vidal che l’anno scorso interpretava il ruolo di «aggressore» dietro le punte, e l’unico che potrebbe giocare in quel ruolo è Pereyra. Richiesto però da una mediana dove mancano già in tre: due per k.o. (Marchisio e Khedira) e uno fuori dalla lista Uefa (Padoin). Sempre per quell’emergenza, il ritorno all’usato sicuro, 3-5-2, può esse
re consigliabile. Ma con chi?
ESTERNI ALTI La suggestione inevitabile contempla lo schieramento di Cuadrado e Alex Sandro sulle fasce (al posto dei più difensivi Lichtsteiner ed Evra). Si può fare, ma soltanto se i tre mediani si sdoppieranno in fase di copertura. Altrimenti, almeno uno dei due (Cuadrado?). Tra i mediani, intoccabile Pogba, restano così in quattro per gli altri due posti: Lemina, Pereyra, Hernanes e Sturaro.
L’ORA DI LEMINA? L’impressione è che il brasiliano, non esattamente quello che serviva alla Juve, debba ancora ritrovare tempi e movimenti da play basso, come un tempo nella Lazio: se per lui gioca l’esperienza, per questioni atletiche potrebbe essere l’ora di Lemina. Proprio così. Fisico «bestiale», nel Marsiglia giocava centrale, più spesso a due, ma può fare la mezzala. Ha carattere e personalità, può proteggere la difesa lasciando la costruzione a Pereyra e Pogba.
Claudio Marchisio, 29, salterà la sfida di Champions col City per infortunio.
Mario Lemina, 22, arrivato dal Marsiglia, zero minuti giocati
Hernanes, 30, ha giocato regista nel secondo tempo col Chievo L’alternativa sembra il 4-3-3, declinato magari in 4-3-2-1, con Cuadrado e Dybala (come rinunciare all’argentino?). Anche in questo modulo il marsigliese aspira a un ruolo.
SI SAPEVA, MANCA IL PLAY Poi ci sarà da riflettere su tante cose. Siamo convinti che questa Juve sarebbe stata più forte, e con più soluzioni, dell’anno scorso semplicemente con un regista. Compito che, da prospettive diverse, Pirlo (o Marchisio) dividevano con Tevez. L’ideale era Gundogan, ma il Borussia ha resistito alle avances. Servivano più soldi, forse, per non doverne spendere di più a gennaio per correre ai ripari: non è fantascienza, continuando così. Meno comprensibile l’inseguimento a Draxler, mezzalaesterno ma non uomo squadra. Per non dire Gotze, punta dai grandi colpi, che ha però bisogno di Kroos o Gundogan dietro (quello che Hernanes, siamo sinceri, non può fare). I tempi di recupero di Marchisio saranno fondamentali per le strategie a medio termine, tipo il passaggio a un 4-23-1 per Cuadrado. Qualcosa va inventato. Ma oggi non pare il momento. Oggi servono certezze.
Aggrappato a twitter. Il popolo del Manchester City ha lasciato Londra cantando e inneggiando alla quinta vittoria di fila ma, tra cori e brindisi, tutti a caccia su internet e social per avere notizie sulle condizioni di Aguero. Nella vigilia di Champions con la Juventus, il tema del mondo Manchester è scontato: riuscirà Sergio Aguero a recuperare, dopo il calcione rimediato al ginocchio destro due giorni fa? E qui spunta twitter, con due «cinguettii» firmati dall’argentino. Il primo è datato sabato sera: «Grazie a tutti per il vostro interesse. Ho ricevuto un colpo durissimo e sono uscito per precauzione. Non sembra un infortunio grave». Il secondo è di ieri sera: «Oggi ho sostenuto gli esami clinici, domani saranno completati e la situazione sarà più chiara». I messaggi non sciolgono però il dubbio, alimentato dallo stesso Manuel Pellegrini dopo l’1-0 sul Palace: «La botta è stata forte, non so se ci sarà il tempo per recuperarlo». RISCHI Impressioni? Aguero è più no che sì. L’entrataccia di Dann non ha prodotto lesioni, ma i segni della botta sono evidenti: gonfiore e dolore. Pellegrini è un uomo prudente: non espone mai i giocatori a rischi inutili. L’allenatore cileno sta vivendo questa vigilia a stretto contatto con i medici e dall’infermeria arrivano notizie confortanti: Sterling e David Silva, a riposo contro il Palace, dovrebbero essere abili e arruolati. Pellegrini potrebbe schierare questa formazione contro la Juve: Hart tra i pali; in difesa Sagna, Kompany, Mangala e Kolarov; Yaya Touré e Fernandinho nella mediana; Navas, Silva, De Bruyne sulla trequarti; Sterling in attacco. In corsa per una maglia ci sono anche Nasri e Bony. Il francese potrebbe essere utilizzato sulla trequarti, mentre con l’ivoriano in attacco, Sterling sarebbe dirottato a sinistra.