Verona due volte avanti Ma il Toro non fa Acquah
Non approfitta del brutto primo tempo granata. Ventura, duro con i suoi, rimedia con i cambi: decisivo per il 2-2 l’ingresso del ghanese
Èopinione diffusa che il vero inizio di campionato avvenga in questa giornata, con il mercato chiuso, i giocatori non impegnati in pensieri su infortuni o immediati traslochi, la scuola del bimbo, la fidanzata da convincere, e gli allenatori sicuri di avere per almeno cinque mesi materiale uniforme su cui lavorare. Da questa partita risulta però che talune certezze mentali non si sono trasformate in un fuoco devastatore, e non soltanto per il diluvio a metà spettacolo. Giocatori rilassati diventano preoccupati, come direbbero gli allenatori di un tempo. Andrea Mandorlini invece preferisce sottolineare con sincerità il dispiacere per non aver acchiappato il primo pieno in campionato: «È troppo facile per gli altri recuperare». Men-
Il ghanese Afriyie Acquah, 23 anni, esulta dopo il gol del 2-2 per il Torino Luca Toni, 38 anni, dopo aver segnato il rigore che aveva portato in vantaggio il Verona Daniele Baselli, 23 anni: ieri ha segnato per la terza volta di fila in questo campionato tre Giampiero Ventura spiega con termini concreti le salite del Toro, dovute a «mollezza mentale e presunzione».
I MOTIVI Sarà anche la quarta rimonta su quattro uscite ufficiali, ma è la prima senza sorpasso e viene favorita da alcuni errori dell’Hellas, con coperture adolescenziali dopo le reti. Quando si parla di Torino esce sempre la leggenda del carattere nerboruto e della grandezza nelle avversioni. Però stavolta le conclusioni sono più semplici: peggio del primo tempo i granata, arrivati qui a punteggio pieno, non possono fare, come nota anche l’allenatore. Ci provano, lasciando il rigore dell’1-0 a Toni, sempre in rete contro il Toro in casa da quando è approdato all’Hellas. Ma dopo, anche per alcuni cambi di uomini – fuori Obi e Belotti, dentro Acquah e Maxi Lopez – e posizioni (Baselli da interno de- stro a sinistro), i torinisti riescono a ribattere. Il possesso palla è spaccato a metà: 58,9% nel primo tempo per i gialloblù che poi scendono al 41,1. Ma dal numero dei cross (16-8) e dalla supremazia aerea soprattutto sui calci piazzati, il Verona avrebbe dovuto guadagnare di più, oltre alla rete del 2-1 di Gomez. Soprattutto nella prima metà, i rivali non sanno prendere il tempo per lo stacco, ma Padelli impedisce a Toni la fuga e quattro altre deviazioni finiscono fuori.
VERONA APERTO Viviani riesce a dare geometrie esatte all’Hellas, gli spostamenti di Greco per affiancare il compagno nelle responsabilità di regia rendono, il solito mulinare di Gomez porta a un gol e mezzo. Ma il terzo pari in casa di fila, considerando anche la scorsa stagione e il nome delle altre due avversarie (Juve e Roma), diventa realtà
anche perché la spalla destra è troppo debole in Pisano-SalaSiligardi e poi anche Jankovic. E Rafael fa sempre restare il pubblico nell’incertezza: poteva fare di più? Si conferma che il 4-3-3 mandorliniano non è costruito per due punte vere, quindi Pazzini entra ancora nel finale nel tentativo estremo di 4-4-2. Nelle ultime cinque sfide di A al Bentegodi, il Verona aveva sempre perso contro il Torino, quindi forse poteva andare peggio.
TORO EMERGENZA Ma questa è stata la «partita più difficile degli ultimi sei mesi, se non dieci», secondo Ventura, dunque anche per lui poteva finire male. Senza Maksimovic, Moretti, Gazzi, Gaston Silva, Benassi e con Avelar che si rompe subito il menisco, il tecnico raddrizza l’impalcatura spedendo Molinaro sul lato, dopo l’inizio da marcatore, e arrabbiandosi senza interruzione. Con un’energia che i suoi non hanno, ma poi devono per forza tentare di imitare. E ci riescono.
EPISODI E LAMENTELE Al netto delle moviole, c’è un fuorigioco millimetrico di Quagliarella nell’azione dell’1-1, ma di quelli che a occhio nudo li becchi solo se hai fortuna. Più grave l’errore della difesa veronese. Mentre non era rigore quello su Gomez che porta all’1-0 e poteva esserlo un mani di Moras.